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Il dovere e il diritto della pace

In un momento storico che vede la democrazia sul bordo del caos, le istituzioni democratiche nei vari Paesi europei vacillano e brancolano sotto il peso delle guerre, del processo migratorio che non riesce a districarsi nella sua complessità, delle violazioni dei diritti umani e dei crimini di guerra, della stagnazione economica e degli insufficienti progressi dell’Europa nella politica ambientale. Un tempo che segna un deficit democratico che allontana il processo di democratizzazione, fondamentale per uno sviluppo inclusivo e sostenibile, garante del rispetto dei diritti civili e politici, tutela sociale, economica e culturale.  Non sorprende, dunque, che il caos generato dall’instabilità politica, dal deficit democratico e dai conflitti irrisolti siano i principali fattori che minano la pace. Ed è in questo diffuso tumulto globale che il livello di pace, secondo l’annuale report del Global Peace Index (GPI), il principale indicatore mondiale di pace, è peggiorato per il nono anno consecutivo, con 84 paesi che registrano un miglioramento e 79 un peggioramento, mostrando una fotografia che documenta un aumento dei disordini civili e della precarietà politica post-COVID e l’accelerazione dei conflitti regionali e globali.

“La pace è più che assenza di guerra, come ha detto Papa Francesco. Credo fermamente che la pace sia affermazione del benessere, della centralità e della dignità umana. La pace è libertà, tolleranza e giustizia, quindi non   prevede povertà e diseguaglianza. Costruire la pace è un valore immenso perché rappresenta il bene più grande a cui l’umanità possa aspirare”

Lo ha detto il segretario generale del COPPEM, Francesco Sammaritano in occasione dell’incontro con i delegati dell’associazione Percorsi (clicca qui), Angelo Ditta e Cati Mangiaracina, nella sede palermitana del Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo. Un incontro che parla di collaborazione e progetti tra il COPPEM, che tra le sue attività promuove la democrazia, i diritti umani, il buongoverno e l’eguaglianza tra i generi, e l’associazione Percorsi che svolge la funzione di Segretariato della Dichiarazione Pledge to Peace (Impegno per la Pace) siglata nel Parlamento europeo a Bruxelles il 28 novembre 2011.  Un impegno che l’associazione Percorsi sintetizza nell’ambizioso progetto di creare reti per rendere concreti i principi di pace e solidarietà sociale in linea con l’obiettivo di Pledge to Peace che, oltre ad essere un documento unico nel suo genere in ambito istituzionale europeo costituisce uno strumento destinato a dare avvio, attraverso l’adesione di una sempre più vasta platea di soggetti pubblici e privati, ad azioni, iniziative e programmi destinati a costruire una società in cui la convivenza tra le persone sia basata sugli ideali di dignità, di solidarietà e di  pace, una parola bella e potente,  la più importante di ogni giustizia.

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