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A Palermo la Convenzione ONU contro la criminalità transnazionale

Convenzione ONU di Palermo contro la criminalità transfrontaliera (Foto ministero degli Interni)

A Palermo, nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, che porta il nome dei giudici Falcone e Borsellino, si sono conclusi i lavori della Conferenza Internazionale in occasione del ventennale della Carta di Palermo contro il crimine organizzato transnazionale, firmata a Palermo il 15 novembre 2000, entrata in vigore il 29 settembre 2003. Convenzione ONU che conta l’adesione, ad oggi, di 190 Stati dell’ONU su 193. All’evento hanno partecipato 34 delegazioni governative. L’Italia è stata rappresentata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quello di Giustizia Carlo Nordio, da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e dalla sottosegretaria di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi. Il tema dei migranti è stato al centro della Conferenza internazionale.

“Nessuno Stato può accettare che la criminalità organizzata determini le politiche migratorie nazionali, né che vengano praticate ignobili forme di schiavitù moderna – ha detto il ministro Piantedosi – vorrei evidenziare l’importante collaborazione in atto con i colleghi francesi, con cui abbiamo assunto la leadership di uno dei più rilevanti programmi della Commissione Europea per il contrasto alle reti di trafficanti in Nord Africa”.

Fondamentale il ruolo dell’ONU per rafforzare la cooperazione internazionale e per trovare un equilibrio tra i doveri e i diritti sia degli immigrati che delle società di accoglienza. Politiche migratorie che possano garantire diritti ai migranti e sovranità territoriale degli Stati. Per il ministro Nordio, infatti, l’impegno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è fondamentale per contrastare la criminalità transfrontaliera. “L’impegno di questa lotta – ha riferito il Ministro – deve unire le nazioni delle due sponde del Mediterraneo, così come quelle dell’Africa e dell’Europa e dei nostri principali partner e alleati. La collaborazione con il sistema ONU è fondamentale per affrontare e vincere queste sfide. Noi dobbiamo ingaggiare una guerra totale, globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani”.

E sul dibattuto tema della delle ONG, il sottosegretario Mantovano a seguito dello scontro tra Italia e Germania in riferimento alle parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni rivolte al cancelliere tedesco Olaf Scholz sul ventilato sostegno della Germania con fondi rilevanti a organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza dei migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo, si è detto dispiaciuto per “il riacutizzarsi della polemica in questi giorni sul ruolo delle ONG. Io credo che non ci debba essere polemica, ma che ci debba essere l’oggettiva descrizione di quello che accade”. E poi, Mantovano ha concluso: “Sul traffico dei migranti l’intensificazione degli sforzi comuni, deve farci collaborare ancora di più per distruggere i mezzi di fortuna adoperati nei viaggi della disperazione, a cominciare dai barchini, per individuare i luoghi nei quali essi vengono costruiti, per scoprire i fornitori dei materiali e dei motori”.

Sull’importanza della Carta di Palermo, ha parlato anche la sottosegretaria di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi. “La Convenzione è l’unico strumento globale di cooperazione giudiziaria, applicabile non solo alle mafie ‘storiche ed alle ‘nuove mafie’ di origine straniera, ma anche alla corruzione, alla criminalità economica, al riciclaggio, al cybercrime, ai delitti connessi al terrorismo, fino alla tratta di esseri umani”, ha detto Tripodi evidenziando come “nel corso di questi 20 anni, la lotta alle mafie ha potuto registrare grandi successi. Ma i sodalizi criminali hanno al contempo modificato il loro modo di agire, e accanto ai tradizionali traffici, si sono dedicate sempre di più al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani”. L’Italia – ha concluso il Sottosegretario – ritiene che si debba dare ampio spazio a queste tematiche anche in occasione della Presidenza del G7 2024, in linea di continuità con il tradizionale impegno. L’incontro si è chiuso con l’intervento del Direttore esecutivo dell’Unodc (Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine), Ghada Waly.

Intanto venerdì scorso, a margine della Conferenza internazionale l’Italia ha firmato con Libia e Algeria accordi sulla cooperazione giudiziaria e l’estradizione dei criminali condannati. Prima di entrare in vigore, gli accordi devono essere approvati dal Parlamento italiano attraverso un apposito disegno di legge di ratifica.

Non sono mancate le reazioni contro la Conferenza di Palermo, oltre 200 giovani in corteo hanno manifestato a poca distanza dall’aula bunker dell’Ucciardone.

“In nome dell’antimafia non si possono fare accordi con Paesi che negano i diritti umani fondamentali e non si può fomentare un sistema criminale con i respingimenti – ha detto ai giornalisti Alessandra Sciurba dell’Università di Palermo – si sta cercando di sfruttare l’immagine di Palermo come simbolo della lotta alla mafia per costruire nuovi accordi, nuova sofferenza e nuova criminalizzazione”.