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Ritmi Interculturali: Sperimentazione tra Conservatorio di Palermo e University of Lagos

Il COPPEM ha contribuito alla promozione del progetto sulla contaminazione musicale africana con il Conservatorio di Musica Scarlatti di Palermo nell’ambito di Erasmus+ KA171 MMM Mediterranean/Sub-Saharan Music Movement attraverso una campagna di disseminazione e contributi grafici.

Il progetto ERASMUS+ KA171 “MMM Mediterranean-Sub-Saharan Music Movement” con il workshop di tre docenti della University of Lagos, sarà presentato

lunedì 15 aprile alle 13.00 nei locali del Conservatorio di Palermo.

Il progetto ha sperimentato e promosso la fusione di diversi stili musicali attraverso la creazione di strumenti musicali unici, realizzati utilizzando materiali naturali, di riciclo e legati alla tradizione artigianale locale.

Attraverso una campagna di disseminazione mirata, il COPPEM ha contribuito a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della diversità culturale e della collaborazione internazionale nel campo della musica.

Inoltre, il COPPEM ha creato materiali grafici coinvolgenti che hanno reso visivamente stimolante l’esperienza legata al progetto.

Attraverso il sostegno attivo del COPPEM, il progetto sulla contaminazione musicale africana è stato in grado di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, promuovendo la consapevolezza sulla ricchezza e sulla bellezza della diversità musicale e culturale nel Mediterraneo e oltre.

Il progetto

Erasmus+ KA171 MMM Mediterranean/Sub-Saharan Music Movement, già avviato nella sua fase virtuale, si prepara ora ad approfondire le sue attività con un workshop di grande rilevanza. Questo workshop sarà tenuto da tre docenti in mobilità provenienti dalla University of Lagos, nel Department of Creative Arts. Questo passaggio segna una tappa significativa in cui il progetto si sposta dall’ambiente virtuale a quello tangibile, conferendo un valore tangibile all’esperienza educativa offerta.

I docenti ospiti, la Prof.ssa Florence Nweke, Senior Lecturer (Music-therapy, Chair), il Prof. John Adenle, Associate Prof. (Sculptor, Art educator), e la Prof.ssa Oluwatoyin Olokodana-James, Lecturer: Ph.D. (Dance-therapy), porteranno con sé non solo le loro competenze accademiche, ma anche l’esperienza pratica e le conoscenze acquisite nel difficile contesto della loro metropoli. Questa esperienza condivisa sarà incentrata sull’Art-therapy, la Danzaterapia e la Musicoterapia, discipline che hanno dimostrato di avere un impatto significativo nel migliorare la salute e il benessere delle persone.

Il luogo scelto per ospitare questo workshop è di particolare importanza. Si tratta degli spazi recentemente acquisiti dall’Istituto Sordomuti, che offrono un ambiente unico e inclusivo per l’apprendimento e la creazione artistica. Questa scelta riflette l’impegno del progetto nel promuovere l’accessibilità e l’inclusione attraverso le arti.

Gli studenti partecipanti al workshop provengono da diversi percorsi formativi, inclusi quelli della Didattica della classe della Prof.ssa Rosa Alba Gambino, del nuovo Biennio in Teorie e tecniche in musicoterapia della Prof.ssa Elide Scarlata e del corso di Percussioni tenuto dai professori Andrea Muratore, Fulvia Ricevuto e Giuseppe Urso. Anche gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e i minori non accompagnati del Centro PENC avranno l’opportunità di partecipare attivamente al workshop, guidati dal tutor Alessandra Puccio. Questo aspetto inclusivo e trasversale del progetto riflette l’impegno nel coinvolgere un’ampia gamma di studenti e promuovere l’uguaglianza di accesso all’educazione artistica.

Durante il workshop, gli studenti avranno l’opportunità di sperimentare la creazione di nuovi strumenti musicali utilizzando materiali naturali, di riciclo o legati alla tradizione artigianale locale. Questo processo creativo non solo incoraggerà la loro creatività e ingegnosità, ma contribuirà anche a promuovere la consapevolezza ambientale e il rispetto per le tradizioni artigianali locali.

Il sostegno logistico e finanziario fornito da diverse organizzazioni e associazioni locali è un elemento chiave per il successo del workshop. La Comunità Valdese di Palermo è stata fondamentale nel fornire strumenti e risorse per le percussioni africane, mentre l’associazione Alf Leila e Fabrizio Lupo hanno contribuito con il “bambuofono”.

Questo workshop rappresenta solo una delle molte iniziative del Conservatorio di Palermo nell’ambito della sua politica di internazionalizzazione. Progetti ambiziosi come MUSENSE, INCLUMUSIC e VIETMUS, ideati e curati dal professore internazionale Raffaele Longo, testimoniano l’impegno continuo dell’istituzione nel promuovere la collaborazione internazionale nel campo delle arti e della cultura.

Sotto la guida della coordinatrice Erasmus+, Prof.ssa Consuelo Giglio, il progetto continuerà ad accogliere docenti e studenti provenienti dalla Nigeria e dalla sponda meridionale del Mediterraneo. Questa collaborazione interculturale e interdisciplinare è un riflesso dell’impegno del Conservatorio di Palermo nel promuovere la diversità e l’inclusione attraverso la musica e le arti.