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Enzo Bianco, urge la Carta dei diritti umani del Mediterraneo  

Un rilevante parere italiano sul partenariato euromediterraneo è stato approvato nel corso dell’ultima riunione plenaria del Comitato delle Regioni svoltasi a Bruxelles. Il parere, relatore dello stesso il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, sollecita le istituzioni europee ad un maggiore impegno sul tema. Secondo quest’ultimo, infatti, “Serve più spazio alla cooperazione tra Comuni e tra Regioni nell’area del Mediterraneo, stando vicino ai cittadini e ascoltando i loro problemi per dare risposte concrete” Secondo Bianco, inoltre, “La Cooperazione è la parola chiave per raggiungere obiettivi tangibili e rendere la regione mediterranea più equa e sicura, in cui creare prosperità e investire per sostenere una crescita socio-economica sostenibile e inclusiva”. Il Presidente del consiglio nazionale dell’Anci sollecita, in buona sostanza, un rinnovato partenariato con il vicinato meridionale, una nuova agenda per il Mediterraneo. Ma Bianco si spinge oltre. Il riferimento è alla proposta relativa alla creazione di una Carta mediterranea dei diritti dell’uomo sulla scia dell’analoga Carta europea”. Nel parere si fa anche riferimento alla parità e all’uguaglianza di genere: “In Europa qualcosa comincia a cambiare anche visivamente – afferma Enzo Bianco. “La signora Merkel governa la Germania ormai da molti decenni e la leader della Commissione europea è una donna la signora Ursula von der Leyen”. “In alcuni paesi del Mediterraneo però – sottolinea ancora- la condizione della donna è ancora molto arretrata. Ecco perché ho voluto mirare su questo aspetto perché non c’è civiltà mediterranea che non esalti e valorizzi il ruolo della donna”. In ordine all’immigrazione, questione di forte attualità alla luce della ripresa degli sbarchi soprattutto per i Paesi di primo approdo dei migranti, Bianco dichiara che questo “E’ un problema che va affrontato tutti insieme. Bisogna stabilire delle linee guida importanti, investire risorse per passare da una migrazione selvaggia e incontrollata, e drammatica in alcuni casi, ad una migrazione controllata e legale che si basi su diritti e doveri e sui principi della legalità”. È opinione comune, infine, che è necessario, adesso più che mai, porre le persone al centro delle politiche europee, e pertanto le autorità locali e regionali devono essere pienamente coinvolte nella sua attuazione, in quanto sono i motori di uno sviluppo territoriale che è vicino ai cittadini.

Nino Randisi