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La Giornata internazionale del Migrante e lo scenario Euro Mediterraneo

Oggi si celebra la Giornata Internazionale del Migrante, proclamata dalla Risoluzione 55/93 delle Nazioni Unite. La data del 18 dicembre è stata scelta simbolicamente sulla base dell’adozione, tale giorno di trent’anni fa, della “Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”.

Basta tuttavia pensare che moltissimi paesi, tra cui tutti gli stati dell’Unione Europea, non hanno ad oggi ratificato tale Convenzione, per capire quanto sia lunga la strada per passare da una commemorazione ad un effettivo rispetto dei diritti dei migranti nel mondo.

Il COPPEM ha per anni intessuto relazioni, avviato iniziative e progetti sul fenomeno migratorio nell’area Mediterranea, osservato dalla Sicilia con tristezza e preoccupazione.

Nonostante il Mare nostrum continui da parecchi anni a mietere un incalcolabile numero di vittime tra i migranti che tentano di arrivare in Europa attraverso i territori di frontiera tra cui la Sicilia, continua a mancare un piano articolato da parte dell’Unione Europea per affrontare il fenomeno; nel frattempo aumentano le diffidenze e i pregiudizi sugli immigrati.

Il COPPEM ha sempre sottolineato la difficoltà dei territori di confine dell’Europa nella gestione del fenomeno (che la scorsa estate ha generato in Sicilia una crisi nella crisi dovuta all’emergenza della Pandemia da Covid-19) e la necessità di una maggiore solidarietà tra i paesi dell’Unione Europea a riguardo e di misure efficaci contro l’immigrazione clandestina e la tratta dei migranti.

Il COPPEM ha affrontato la questione migratoria nel corso di diverse conferenze internazionali di alto profilo, tra cui quella di Tangeri nel 2008, Bruxelles nel 2009, Tunisi nel 2012, Palermo nel 2015. I membri del COPPEM, provenienti da entrambe le sponde del Mediterraneo, hanno sempre trovato un costruttivo dialogo, constatando che al livello delle autorità locali, che di fatto si trovano ad affrontare in prima linea le tante problematiche connesse all’arrivo e alla partenza dei migranti, è possibile pensare ad iniziative comuni anche laddove non esiste un dialogo multilivello al livello degli Stati.

Tuttavia un’azione multilivello è essenziale, considerato che vari aspetti del fenomeno migratorio sono di esclusiva competenza dei governi nazionali. Eppure ancora oggi non si trova solidarietà tra i paesi europei su tale spinosa tematica, tanto da spingere di recente la Commissione Europea a pensare ad un “meccanismo di solidarietà obbligatoria”.

Tale solidarietà eventuale riguarderà però unicamente i rifugiati e le persone che hanno diritto alla protezione internazionale, un target sicuramente importante ma che rappresenta una piccola percentuale dei 272 milioni di migranti nel mondo, dato che la maggior parte è rappresentate dai cosiddetti migranti economici, che lasciano il proprio paese per motivi di lavoro. Occorre inoltre pensare che i barconi che riescono ad arrivare in Europa, prevalentemente giungendo in Sicilia, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che coinvolge anche il nord Africa come territorio di transito delle migrazioni.  Molti paesi della sponda sud del Mediterraneo ricevono infatti un numero enorme di immigrati economici e richiedenti asilo; basti pensare dall’enorme senso di solidarietà ed accoglienza mostrato da paesi quali la Giordania durante il conflitto in Siria, o la Tunisia durante le crisi libiche.

Circa la metà dei migranti sono donne, e nelle tratte che dal Sahara giungono sino alle frontiere d’Europa queste sono purtroppo maggiormente vittime di violenze ed abusi; non è un caso se tante giovani donne approdino in Sicilia in stato di gravidanza.

In tema di sensibilizzazione sui diritti dei migranti, cogliendo l’invito delle Nazioni Unite ed agendo a supporto del Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali della Regione Siciliana ha realizzato due documentari trasmessi nell’area Euro-Mediterranea, di cui uno nell’ambito di un progetto cofinanziato da Nazioni Unite ed Unione Europea, presentato anche a Doha in occasione della riunione mondiale dei Sindaci dei paesi arabi ( “Destino Clandestino – clicca qui https://www.youtube.com/watch?v=D8EGdOYnKqU&feature=youtu.be prima parte

(clicca qui  https://www.youtube.com/watch?v=sCrni1cu6Ao&feature=youtu.be seconda parte )

L’attuale crisi pandemica ha ulteriormente evidenziato quanto interconnessi siano gli Stati, essa “mette a rischio il progresso verso l’integrazione” (come evidenziato dall’OCSE) “minaccia di far tornare indietro gli impegni globali, incluso quello sul Global Compact on Migration” (come sottolineato dall’OIM).

Occorre dunque una visione globale ed un’azione multilivello se si vuole davvero affrontare la questione migratoria con risultati efficaci e favorire il rispetto dei diritti dei migranti. Il COPPEM è pronto a fare la sua parte a sostegno delle autorità regionali e locali, auspicando un maggiore dialogo tra i governi dell’Unione Europea che tuteli sia i diritti dei migranti che della popolazione locale, essendo impellente oggi più che mai una maggiore solidarietà globale.  

Foto di Alessandro Fucarini