Rabat sigla la Carta Euromediterranea per l’Uguaglianza di genere, un ulteriore passo quello di Rabat che testimonia la risolutezza di una città e della sua prima cittadina che con determinazione dice no a una delle più grandi violazioni dei diritti umani e che si pone in stretta continuità con gli obiettivi del COPPEM in materia di giustizia di genere. La sindaca, Asmaa Rhlalou, oltre a far parte del COPPEM, siede nel consiglio di presidenza dell’Unione mondiale delle città (UCGL).
In campo internazionale la solerzia della capitale marocchina nella cooperazione tra le città è particolarmente nota per l’impegno e le attività profuse a sostegno della parità tra uomini e donne, come in altri settori, si allinea alle principali agende globali (ONU 2030 e Africa 2063), mentre a livello locale si è dotata di un piano d’azione specifico.
Membro attivo della nostra rete, lo scorso 16 dicembre a Palermo Asmaa Rhlalou, aveva già preso parte alla tavola rotonda dal titolo “Quali azioni politiche per garantire la partecipazione delle donne alla vita istituzionale dei Governi Locali euromediterranei?”, confrontandosi attivamente con gli altri rappresentanti di autorità locali dell’area euromed sull’importanza di politiche specifiche per consentire alle donne non solo l’ingresso, ma anche la permanenza nella sfera pubblica e politica.
Qualche giorno fa, a distanza di un paio di settimane dalla 67° sessione della Commissione ONU sullo Status delle Donne – nel cui quadro a New York sono state presentate dal COPPEM, dal CCRE e dall’UCLG Africa le Carte regionali per la parità di genere – Asmaa Rhlalou ha apposto la sua firma sulla Carta euromediterranea, un documento la cui stesura ha impegnato oltre cinquanta associazioni ed enti locali della regione euromediterranea sotto il coordinamento del COPPEM e che sancisce l’impegno locale per la giustizia di genere. Rhalou, ha siglato nero su bianco la Carta sull’uguaglianza di genere accogliendo l’appello dei partecipanti al nostro evento di New York, “Città che forgiano il cammino per la giustizia di genere”.
Si aggiunge così alla lista di sindaci e sindache che in questi ultimi anni si sono impegnati ufficialmente nella battaglia per i diritti delle donne, diritti violati in modo sistematico.