Il COPPEM al XVIII Dialogo Euromediterraneo sulla Rotta dei Fenici, impegnato nella valorizzazione del patrimonio e nella cooperazione tra i popoli del Mediterraneo.
È stato molto più di un semplice incontro, è stato un abbraccio tra culture, storie e progetti condivisi. Un evento che ha riunito persone provenienti da angoli diversi del Mediterraneo, tutte unite dalla passione per il dialogo, la cultura e la cooperazione. Il XVIII Dialogo Euromediterraneo sulla Rotta dei Fenici, svoltosi il 21 e 22 marzo 2025 presso il Museo archeologico regionale di Marsala, ha rappresentato un’occasione unica per confrontarsi su temi cruciali come il turismo sostenibile, la valorizzazione del patrimonio e la cooperazione tra i popoli che affacciano sul Mediterraneo. Patrocinato dall’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana e con il supporto del COPPEM, l’evento ha visto la partecipazione di esperti, istituzioni e rappresentanti di diverse organizzazioni. Tra i partecipanti, Francesco Sammaritano, segretario generale del COPPEM (nella foto in basso a destra), S.E. Enas Sayed Mekkawi, ambasciatrice della Lega Araba in Italia, Antonio Barone, direttore della Rotta dei Fenici, Elena Tanou, presidente dell’associazione, Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, Eman Negm, primo sottosegretario di Stato della Repubblica Araba d’Egitto, Mustafa Aydin, presidente dell’Università Aydin di Istanbul (nella foto in basso a sinistra), e Francesca Corrao, presidente della Fondazione Orestiadi, che sono stati presenti con interventi di grande interesse. Ognuno di loro ha offerto una prospettiva distintiva sul futuro del Mediterraneo, sollevando importanti riflessioni sulla necessità di elaborare strategie comuni per rispondere alle sfide globali.
Il programma dell’evento è stato ricco di interventi, con un focus particolare sulla valorizzazione del patrimonio culturale e sul turismo sostenibile. Il primo giorno si è aperto con un momento significativo, dedicato al ricordo di Osama Hamdan, presidente del Mosaic Centre Jericho e membro del Comitato Scientifico Internazionale, recentemente scomparso. Il tributo a Hamdan ha unito tutti i partecipanti in un gesto collettivo di riconoscimento per la sua straordinaria opera e il suo impegno per il Mediterraneo.
Il dibattito si è successivamente concentrato su progetti innovativi pensati per migliorare la gestione delle destinazioni turistiche e stimolare l’innovazione nel settore. Alberto Samonà, membro del Consiglio di amministrazione del Parco archeologico del Colosseo, ha presentato il progetto SyPEAH (System for the Protection and Education of Archaeological Heritage), sviluppato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, per un nuovo sistema di monitoraggio e controllo del Colosseo. Un esempio di come l’innovazione tecnologica possa contribuire alla protezione del patrimonio culturale. Antonio Barone, direttore della Rotta dei Fenici, ha invece presentato altre iniziative come Smarties for SMEs EU Project, che supporta le piccole e medie imprese turistiche, Next Routes, focalizzato sulla creazione di nuove rotte turistiche sostenibili, I-Demo Improving Destination Management Offer through Game-Based Strategies, che utilizza il gioco per ottimizzare la gestione delle destinazioni, e MEDRoutes, che promuove la cooperazione tra i paesi del Mediterraneo per sviluppare itinerari turistici comuni. Barone ha illustrato come questi progetti siano fondamentali per costruire un futuro più sostenibile, tanto per i territori quanto per le comunità locali, contribuendo a un approccio più innovativo e inclusivo al turismo. Francesco Sammaritano ha poi ripreso il discorso, ampliando il tema con un focus sul turismo che va oltre la semplice valorizzazione dei luoghi, per abbracciare un modello che rispetti davvero le comunità locali e l’ambiente. “La Rotta dei Fenici è un itinerario che racconta la storia millenaria del Mediterraneo”, ha sottolineato, collegando il lavoro di Barone con la visione di un turismo che non è solo memoria del passato, ma una risorsa vitale per il futuro. La rete che unisce popoli e territori attraverso il commercio, il dialogo e la cooperazione, ha spiegato Sammaritano, deve essere un motore di sviluppo sostenibile, inclusivo e cooperativo. Ha poi parlato di turismo inclusivo e consapevole, sottolineando la necessità di coinvolgere attivamente le comunità locali, affinché siano loro stesse a trarre vantaggio dai benefici del turismo, creando così un impatto positivo e duraturo. In questo contesto, un tema centrale e trattato con particolare attenzione è stato quello del turismo rigenerativo. A differenza del turismo tradizionale, che spesso sfrutta i luoghi per fini economici senza tener conto delle ricadute sociali e ambientali, il turismo rigenerativo si propone di andare oltre. Questo approccio si concentra sulla rigenerazione delle comunità e dei territori, creando esperienze autentiche che non solo arricchiscono il visitatore, ma stimolano anche la crescita culturale e sociale delle popolazioni ospitanti. Il turismo rigenerativo, quindi, non è solo un fenomeno economico che genera profitto, ma diventa una leva fondamentale per la trasformazione positiva dei luoghi e delle persone, un vero e proprio strumento di cambiamento che coinvolge tutti i soggetti in un processo di crescita condivisa e sostenibile.
Il secondo giorno del Dialogo è stato dedicato a un tema di crescente rilevanza: gli impatti del cambiamento climatico e le prospettive future. Il workshop intitolato “Climate Change: impatti e prospettive future” ha visto interventi di esperti di fama internazionale, tra cui Luca Mercalli, presidente dell’Associazione Società Meteorologica Italiana, Vera Noon, consulente in sostenibilità oceanica e patrimonio, Alessio Re, segretario generale della Fondazione Santagata, e Losif Hadjikyriakos, senior associate scientist presso il CMMI – Cyprus Marine and Maritime Institute. Moderato da Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia. Durante le sessioni, è emerso con forza il profondo legame tra i cambiamenti climatici e le politiche di gestione sostenibile del territorio. È stato sottolineato come le sfide ambientali richiedano risposte tempestive e integrate, in grado di promuovere soluzioni concrete per la protezione delle risorse naturali e per la sostenibilità a lungo termine delle comunità. Il dibattito ha posto l’accento sull’urgenza di un’azione collettiva per affrontare le sfide globali legate al cambiamento climatico, puntando su strategie che possano tutelare l’ambiente e, al contempo, garantire uno sviluppo economico sostenibile per le future generazioni.
Nel pomeriggio, un altro incontro significativo si è svolto sul tema “Il futuro della cooperazione culturale per un Mediterraneo polifonico e inclusivo tra pari e diversi”, tematica presentata dal COPPEM, con l’intervento di Natale Giordano, referente del COPPEM per cultura, tecnologia, turismo e ambiente. Giordano ha sottolineato l’importanza di un Mediterraneo che non solo accoglie la diversità, ma che riesce a farla convivere in armonia, creando sinergie fra le sue molteplici culture. Ha parlato del Mediterraneo come di uno spazio polifonico, dove ogni voce, ogni radice culturale, può contribuire a una sinfonia di cooperazione, rispettando le differenze e promuovendo un dialogo autentico tra i popoli. Durante il suo intervento, ha anche illustrato come il Forum delle Culture Mediterranee rappresenti una risposta concreta alle sfide attuali, cercando di costruire un futuro basato sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione delle identità locali. Ha spiegato come il Forum voglia promuovere un umanesimo mediterraneo rinnovato, con un forte impegno verso lo sviluppo sostenibile e la protezione del patrimonio naturale e culturale della regione. E a ribadire l’importanza di una cooperazione sempre più stretta tra le sponde del Mediterraneo, anche S.E. Enas Sayed Mekkawi, ambasciatrice della Lega Araba in Italia. L’ambasciatrice ha messo in evidenza come il dialogo interculturale e la cooperazione culturale possano fungere da ponte per una maggiore comprensione reciproca, creando opportunità di crescita e di scambio tra le diverse nazioni mediterranee. Enas Sayed Mekkawi ha sottolineato come questi processi siano essenziali per rafforzare i legami tra le comunità del Mediterraneo e promuovere la pace, la prosperità e lo sviluppo sostenibile nella regione. Il suo intervento ha rimarcato il valore della diplomazia culturale come strumento fondamentale per affrontare le sfide comuni e per costruire ponti duraturi di comunicazione e collaborazione tra i popoli.