La proposta di Ursula von der Leyen per la nuova Commissione europea segna un momento cruciale nella politica dell’Unione Europea, con una particolare attenzione rivolta all’equilibrio di genere e alla rappresentanza politica. La presidente della Commissione ha dovuto affrontare una situazione iniziale scoraggiante, con una percentuale di donne proposta dagli Stati membri decisamente inferiore alle aspettative. Solo il 22% delle candidature era femminile, una quota che von der Leyen ha definito “completamente inaccettabile”. Tuttavia, attraverso negoziati intensi con i governi nazionali, è riuscita a innalzare la rappresentanza femminile al 40%, un risultato importante ma non sufficiente per raggiungere la piena parità di genere. “C’è ancora molto lavoro da fare”, ha sottolineato la presidente. Oltre alla questione di genere, la composizione della nuova Commissione riflette una complessa distribuzione di incarichi tra i vari orientamenti politici. Ursula von der Leyen ha selezionato figure provenienti da tutto lo spettro politico per posizioni chiave, a dimostrazione del delicato equilibrio che deve mantenere tra le diverse famiglie politiche europee. Tra i nomi più rilevanti figurano la spagnola Teresa Ribera, esponente socialista, il francese Stéphane Séjourné, rappresentante dei liberali, e l’italiano Raffaele Fitto, membro di Fratelli d’Italia, partito di estrema destra. Tutti e tre sono stati indicati per ricoprire il ruolo di vicepresidenti esecutivi, con la responsabilità di gestire portafogli economici di grande rilevanza.
Nonostante i commissari siano formalmente indipendenti dai loro paesi d’origine, la realtà politica spesso contraddice questo principio. Gli Stati membri continuano a competere per ottenere incarichi di prestigio per i propri candidati, e questo contribuisce a una certa tensione nei negoziati. Un esempio eclatante di queste dinamiche è la recente e clamorosa dimissione di Thierry Breton, ex commissario francese per il mercato interno, che ha accusato von der Leyen di aver fatto pressioni per escluderlo in cambio di un portafoglio più prestigioso per la Francia, promesso al presidente Emmanuel Macron. La lettera di dimissioni di Breton, pubblicata su X (ex Twitter), ha evidenziato la frizione esistente all’interno della leadership europea. Un ulteriore ostacolo da superare sarà il processo di verifica da parte del Parlamento europeo. Non è garantito che tutti i commissari proposti supereranno questa fase, che prevede audizioni da parte delle commissioni parlamentari. Già alcune fazioni politiche hanno espresso riserve. Ad esempio, il gruppo dei Socialisti e Democratici ha manifestato preoccupazioni riguardo a Raffaele Fitto, considerato troppo vicino alle posizioni di destra del governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Anche i liberali, attraverso la voce dell’eurodeputata francese Valérie Hayer, hanno fatto sapere che presenteranno “richieste concrete” durante l’audizione di Fitto. La nuova Commissione dovrebbe entrare in carica entro la fine dell’anno, ma resta da vedere come si concluderà il processo di approvazione parlamentare e se le scelte di von der Leyen verranno confermate integralmente o subiranno modifiche. In ogni caso, la sfida di guidare un’Europa politicamente frammentata e affrontare questioni globali sempre più complesse sarà centrale per il nuovo esecutivo europeo.
La lista dei commissari proposta da Ursula von der Leyen:
Magnus Brunner (Austria): Commissario per gli Affari Interni e la Migrazione
Hadja Lahbib (Belgio): Commissaria per l’Uguaglianza e la Gestione delle Crisi
Ekaterina Zaharieva (Bulgaria): Commissaria per l’Innovazione e le Start-up
Dubravka Šuica (Croazia): Commissaria per il Mediterraneo
Costas Kadis (Cipro): Commissario per la Pesca
Jozef Síkela (Repubblica Ceca): Commissario per la Cooperazione Internazionale
Dan Jørgensen (Danimarca): Commissario per l’Energia e l’Edilizia
Kaja Kallas (Estonia): Vicepresidente e Alta Rappresentante per gli Affari Esteri
Henna Virkkunen (Finlandia): Vicepresidente e Commissaria per la Sovranità Tecnologica e la Sicurezza
Stéphane Séjourné (Francia): Vicepresidente e Commissario per la Prosperità e l’Industria
Apostolos Tzitzikostas (Grecia): Commissario per il Turismo
Olivér Várhelyi (Ungheria): Commissario per la Salute e il Benessere Animale
Michael McGrath (Irlanda): Commissario per la Giustizia
Raffaele Fitto (Italia): Vicepresidente e Commissario per la Coesione e le Riforme
Valdis Dombrovskis (Lettonia): Commissario per l’Economia e la Semplificazione
Andrius Kubilius (Lituania): Commissario per la Difesa e lo Spazio
Christophe Hansen (Lussemburgo): Commissario per l’Agricoltura
Glenn Micallef (Malta): Commissario per la Cultura, lo Sport e la Giustizia Intergenerazionale
Wopke Hoekstra (Paesi Bassi): Commissario per il Clima
Piotr Serafin (Polonia): Commissario per il Bilancio e la Pubblica Amministrazione
Maria Luís Albuquerque (Portogallo): Commissaria per i Servizi Finanziari
Roxana Mînzatu (Romania): Vicepresidente e Commissaria per le Persone e l’Istruzione
Maroš Šefčovič (Slovacchia): Commissario per il Commercio
Marta Kos (Slovenia): Commissaria per l’Allargamento e la Ricostruzione dell’Ucraina
Teresa Ribera (Spagna): Vicepresidente e Commissaria per la Transizione Giusta e la Concorrenza
Questa lista è frutto di negoziati informali tra la presidente von der Leyen e i governi degli Stati membri. Nei prossimi mesi, i candidati proposti saranno sottoposti a un processo di audizione per verificare le loro competenze nelle aree di responsabilità assegnate. Al termine di queste audizioni, che si terranno tra novembre e dicembre, il Parlamento Europeo voterà sull’intera squadra proposta.