Nel nome di Masha parte la ribellione.
Sono oltre cento le vittime della “rivolta dei capelli”. Donne innanzitutto, ma non solo. Nelle Università, nelle scuole superiori, nelle piazze le ragazze gridano «Baraye», che vuol dire semplicemente «per», per la libertà. Bruciano l’hijab, tagliano i capelli, si tengono per mano per difendere non solo la dignità contro ogni violenza e sopraffazione, ma il semplice diritto di esistere.
Le immagini della lotta delle donne iraniane, nonostante il regime abbia oscurato i social, arrivano potenti a noi tutti, scuotono le nostre coscienze e ci impongono una scelta di campo netta ed inequivocabile.
Ed è per questa ragione che il Coppem, da sempre impegnato nella difesa dei diritti, della libertà e dell’uguaglianza, è al fianco delle donne iraniane e sostiene questa battaglia di civiltà.