“Il presidente Putin e il suo governo hanno iniziato una guerra contro un paese limitrofo indipendente e sovrano. Il comportamento della leadership russa costituisce una grave minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Oggi rispondiamo con le misure restrittive più forti possibili. L’Unione europea è unita nella sua determinazione, insieme ai partner e agli alleati internazionali, a difendere l’ordine di pace, il diritto internazionale e il sistema basato su regole”.
Con queste parole, Josep Borrell, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, ha annunciato la decisione dell’UE, di sanzionare il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin e Sergey Lavrov, ministro degli affari esteri.
Il pacchetto di sanzioni, che riguarderà il 70% del mercato bancario russo e le principali società statali, anche nel campo della difesa, introduce nuove misure che limitano in modo significativo gli afflussi finanziari dalla Russia verso l’UE, vietando l’accettazione di depositi superiori a determinati valori da cittadini o residenti russi, la detenzione di conti di clienti russi da parte dei depositari centrali di titoli dell’UE e la vendita di titoli denominati in euro a clienti russi. Le sanzioni, ampliano ulteriormente le restrizioni finanziarie esistenti, tagliando così l’accesso russo ai più importanti mercati dei capitali e vietano la quotazione e la fornitura di servizi in relazione ad azioni di entità statali russe nelle sedi di negoziazione dell’UE.
Per quello che riguarda il settore energetico, l’UE vieterà la vendita, la fornitura, il trasferimento o l’esportazione in Russia di beni e tecnologie specifici nella raffinazione del petrolio e introdurrà restrizioni alla fornitura dei servizi correlati. Con l’introduzione di tale divieto di esportazione, l’UE intende colpire il settore petrolifero russo e impedire alla Russia di potenziare le sue raffinerie di petrolio. Anche su trasporti, l’UE è ferma. E’ stato introdotto, infatti, il divieto di esportazione per beni e tecnologia nell’industria aeronautica e spaziale, per degradare uno dei settori chiave dell’economia russa e della connettività del paese, poiché tre quarti dell’attuale flotta aerea commerciale russa sono stati costruiti nell’UE, negli Stati Uniti e in Canada.
Le sanzioni previste per colpire l’economia del Cremlino, sono state adottate a seguito della pressante richiesta dell’Unione Europea, di fermare le azioni belliche russe e il ritiro immediato di tutte le forze militari dall’intero territorio dell’Ucraina, rispettandone la sua sovranità e l’indipendenza all’interno dei suoi confini, internazionalmente riconosciuti. L’Europa invita la Russia a rispettare il diritto umanitario internazionale, fermando la campagna di disinformazione e gli attacchi informatici.