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L’Europa torna a svegliarsi con l’incubo di una nuova ondata terroristica
L’attentato nelle vicinanze della Sinagoga a Vienna, di poche ore fa, che segue quello di Nizza, nella Chiesa di Notre Dame, scenario ancora una volta di violenza inaudita, riporta l’allerta terrorismo al massimo livello in tutta l’Europa. Il grado della minaccia, in gran parte fuori controllo, e l’evolversi delle nuove forme di terrorismo, richiedono un nuovo approccio all’analisi del fenomeno, per evitare che i pilastri fondamentali, su cui si basa la strategia dell’UE: prevenzione, protezione, perseguimento e risposta, non si indeboliscano con nuovi profili di matrice islamica terroristica che si stanno delineando e che sfuggono, quasi totalmente, a quelli che sono i canoni interpretativi tradizionali. La conoscenza del mondo e delle istituzioni musulmane è un aspetto fondamentale per sviluppare nuove metodologie che possano contrastare l’integralismo islamico.
Gli attacchi terroristici di questi giorni, nel cuore dell’Europa, già provata dalla pandemia, avrà inevitabilmente conseguenze sugli assetti socio-economici, con ricadute preoccupanti nell’area euro -mediterranea. Il collasso dell’economia globale, lo sconvolgimento socio-politico, l’emergenza sanitaria, che ha diffuso ovunque paura, caos e incertezze, ha rafforzato il terrorismo che da sempre trova terreno fertile nei periodi di crisi, per centrare gli obiettivi. Gli esperti, già da tempo, avvertono che gruppi di matrice islamica stanno avvalendosi della debolezza dei Paesi, a causa del Covid-19, per rinnovare il proprio modus operandi, studiando e consolidando nuove tecniche di massacro Anche la Questione migratoria, che già con la pandemia, ha visto il dilagarsi della xenofobia, con recenti attacchi, subirà l’onda populista, che griderà alla correlazione tra i flussi migratori e la minaccia riconducibile al terrorismo di matrice jihadista. Siamo a conoscenza, tuttavia, che studi e analisi sulla immigrazione, sicurezza e terrorismo, pur verificando una correlazione diretta tra immigrati e terrorismo, riscontrano una componente minoritaria di persone che hanno avuto o che fanno parte di organizzazioni terroristiche e che, dunque, può essere associata solo una minoranza marginale all’aumento del terrorismo. Sappiamo bene, che la tendenza degli immigrati di prima generazione, è nell’impegno della costruzione di una nuova esistenza, dedicando poco tempo all’estremismo religioso, la radicalizzazione, per la maggior parte dei casi, avviene nel Paese di provenienza.
Il COPPEM, già da tempo, sta lavorando alla realizzazione di un progetto per la lotta alla criminalità internazionale e al terrorismo, progetto che ha avuto qualche battuta di arresto, a causa delle tensioni nell’area euro-mediterranea. L’obiettivo è  quello di contrastare le reti criminali internazionali, rafforzando la cooperazione giudiziaria tra stakeholder mediterranei ed europei, attraverso la costituzione di un “Centro di studi e ricerche sulla lotta al terrorismo”, coordinato da rappresentanti della magistratura provenienti dai Paesi interessati.