Le esperienze promosse dai Comuni di Reggio Emilia e Novellara e dalla Fondazione interculturale Mondinsieme (clicca qui per scaricare il manuale) di Reggio Emilia sul tema del dialogo interreligioso sono state scelte dal Consiglio d’Europa per affrontare le complessità legate alla pluralità multiculturale e religiosa presente nei diversi territori. Nasce così il manuale Valorizzare le comunità religiose come attori chiave della coesione sociale, realizzato nell’ambito del programma Intercultural Cities Program (Icc) per sostenere gli enti locali chiamati a gestire contesti territoriali sempre più articolati, in cui il pluralismo religioso rappresenta uno degli aspetti fondamentali per la promozione del dialogo interculturale.
E’ una sorta di vademecum unico nel suo genere – è infatti la prima pubblicazione tematica promossa dal Consiglio d’Europa – che mira a supportare le istituzioni pubbliche locali nella creazione di un dialogo efficace con le varie comunità religiose formali e informali.
La pubblicazione – disponibile sul sito di Fondazione Mondinsieme anche in inglese, francese e arabo – contiene linee guida e strumenti che, muovendo dalle esperienze concrete mosse in ambito locale, costruiscono strategie di governo per affrontare efficacemente le complessità e fare del pluralismo religioso una risorsa a disposizione della collettività. Ad arricchire il manuale, gli interventi di esperti dei diversi ambiti affrontati, tra questi due voci autorevoli, di prestigio internazionale: la presidente di Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi Carla Rinaldi e il professor Alberto Melloni, chairholder della Cattedra Unesco sul pluralismo religioso e la pace, docente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
Attraverso le linee guida viene così costruita una metodologia per il lavoro interreligioso, applicabile al contesto italiano e internazionale.
Nello stesso tempo, Reggio Emilia – città multiculturale, con relazioni internazionali consolidate da decenni, impegnata nel riconoscimento del diritto di cittadinanza in favore delle persone migranti – riafferma il valore della tutela e della valorizzazione delle libertà religiose intese come diritto fondamentale delle comunità di origine straniera e la centralità del dialogo interreligioso nell’azione di governo. Un impegno riconosciuto anche dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), che proprio a Reggio Emilia ha affidato il compito di guidare una sottocommissione sul dialogo interreligioso, nell’ambito della Commissione immigrazione.
La stesura delle linee guida contenute nel manuale Valorizzare le comunità religiose come attori chiave della coesione sociale si inserisce a Reggio Emilia nell’ambito delle azioni del Progetto ‘DiTutti’, il piano di azioni strategiche promosso dall’Amministrazione comunale e realizzato in sinergia con la stessa Fondazione Mondinsieme per accrescere le politiche interculturali e la coesione sociale in ambiti diversi. Tra questi appunto il dialogo interreligioso e spirituale, che coinvolge i diversi culti presenti sul territorio al fine di promuovere azioni di integrazione e dialogo tra i servizi della città e il welfare informale, che è stato per altro particolarmente rilevante in questi mesi di emergenza sanitaria.
COSA CONTIENE IL VADEMECUM – Il manuale include raccomandazioni su potenziali azioni concrete che possono essere messe in campo dagli amministratori locali, per favorire la costruzione di contesti interculturali e rendere i luoghi di culto potenziali interlocutori nelle città. Grazie al contributo di esperti e accademici a livello italiano e internazionale, il tema del dialogo interreligioso viene affrontato facendo riferimento a tre diverse aree ritenute particolarmente significative, individuate attraverso un’indagine condotta su 25 realtà internazionali partner del Consiglio d’Europa o gemellate con Reggio Emilia e Novellara in America, Europa, Asia e Africa.
· Nella prima area tematica vengono evidenziati gli strumenti normativi e orientativi elaborati dalle istituzioni sovranazionali e legata ai luoghi di culto. E’ fondamentale infatti avere consapevolezza delle tutele garantite alla libertà religiosa e alle sue modalità di espressione e ciò rappresenta il primo passo per creare una continuità normativa che gli enti locali hanno la possibilità di assicurare.
· La seconda area tematica del manuale pone l’attenzione sul rapporto tra religione e spazio pubblico, in un’ottica di non discriminazione e valorizzazione della pluralità religiosa, presentando linee e indirizzi non soltanto in termini di pianificazione urbana e progettazione dei luoghi, ma che coinvolga anche lo spazio delle celebrazioni e dei riti di una comunità. In un contesto globalizzato nel quale molte religioni si sono deterritorializzate, accogliere le necessità religiose e spirituali delle persone diventa infatti decisivo per sostenere nuove e positive forme di radicamento al territorio, le quali a loro volta incidono in maniera significativa sulla costruzione della comunità, ad esempio cittadina, quindi sul processo di definizione di un’identità collettiva. Si pensi ad esempio all’assistenza religiosa nei luoghi di detenzione, nelle strutture di cura ed ospedaliere. O ancora alla regolamentazione della macellazione rituale, o all’assegnazione di spazi per la sepoltura all’interno dei cimiteri, incidendo quindi sui regolamenti cimiteriali. La gestione di tali questioni richiede una visione lungimirante e una co-progettazione con le diverse rappresentanze delle confessioni religiose presenti nel territorio, anche al fine di contrastare, ad esempio, la proliferazione – estremamente fluida e difficile da monitorare – di spazi di adunanza e preghiera più o meno informali.
· La terza area tematica infine è dedicata alla relazione e all’alleanza che gli enti locali possono costruire con le diverse comunità di fede nella gestione del welfare comunitario, che comprende le dimensioni sociale, sanitaria, educativa. I luoghi di culto possono rappresentare una risorsa preziosa all’interno dei territori, valorizzando il contributo che offrono nella presa in carico delle vulnerabilità sociali e non solo, e affiancando a servizi offerti dal welfare pubblico esperienze di solidarietà auto organizzate. Le formazioni del pluralismo religioso possono diventare dei preziosi alleati all’interno del quadro delle politiche di coesione: investite di responsabilità, possono assumere il ruolo di importanti intermediari sociali, facilitando processi comunicativi con i diversi soggetti del territorio dove sono insediate. Da una parte si fanno portavoce di istanze cariche di valore, significato, progettualità provenienti dalla comunità che in tal modo può percepirsi come un possibile interlocutore; dall’altra possono rappresentare il ponte tra l’ente pubblico e fasce di popolazione difficilmente raggiungibile.
Al termine di ogni ambito tematico sono state inserite delle raccomandazioni su potenziali azioni concrete che possono essere messe in campo dagli amministratori locali, per favorire la costruzione di contesti plurali all’interno delle proprie città.
Per ciascun capitolo, inoltre, viene presentata una buona prassi di una città, emersa dai risultati dell’indagine realizzata, e viene lasciato spazio al contributo di un esperto in materia.
IL QUESTIONARIO – La pubblicazione include i risultati di un questionario lanciato nel settembre 2020, rivolto alle città appartenenti al programma Città Interculturali (Icc) e alle città gemellate dei principali comuni. Oltre a Reggio Emilia e Novellara, partner della Rete Città del Dialogo, hanno risposto all’indagine 25 Amministrazioni locali, di cui 17 appartenenti alla rete Icc (il 12% del totale delle città aderenti). Il questionario ha permesso di raccogliere pratiche significative dall’Europa e al di là dei suoi confini, in particolare in Africa (Pemba in Mozambico e Ekurhuleni in Sudafrica), Asia (Hamamatsu in Giappone e Beit Jala in Cisgiordania) e America (Montreal, Canada). Queste esperienze cittadine hanno guidato l’analisi e alcune di esse sono state inserite nel manuale come ‘pratiche ispiratrici’.
Il questionario, strutturato con 17 quesiti, era diviso in tre parti principali, ognuna delle quali corrispondente a una macroarea di rilevazione. La prima parte rilevava informazioni sulla presenza del tema del dialogo interreligioso nei documenti e regolamenti locali, sul livello di riconoscimento sul territorio dei luoghi di culto esistenti e sui criteri di assegnazione di nuovi spazi per il culto, in modo da inquadrare la situazione dal punto di vista normativo. Il gruppo di quesiti successivi indagava il rapporto tra la religione e lo spazio pubblico – inteso come la messa a disposizione di spazi per attività religiose da parte dell’ente locale – e il grado di rilevazione di richieste legate alla professione del culto. Nella terza parte, conclusiva, veniva chiesto di selezionare quali attività e servizi di carattere culturale e assistenziale sono organizzati dai luoghi di culto e con quali aree o dipartimenti dell’ente locale esistono collaborazioni o relazioni.
DIALOGO INTERCULTURALE E WELFARE DI COMUNITÀ AL TEMPO DEL COVID – Nei mesi della pandemia, le comunità di origine migrante sui territori di Reggio Emilia e Novellara, hanno costituito un elemento prezioso nell’arricchimento di quel welfare di comunità a favore delle persone in situazioni di difficoltà.
A Reggio Emilia, in particolare, sono state tante le comunità e associazioni di cittadini migranti presenti sul territorio che – grazie al coordinamento di Fondazione Mondinsieme – si sono prodigate in servizi di informazione e di volontariato, oltre che in raccolte di fondi o beni. Una forte prova di cittadinanza, che ha visto attivarsi diverse realtà nella raccolta di fondi o dispositivi di sicurezza personale, nonché di beni a sostegno delle famiglie in difficoltà. Una fitta rete di collaborazione che si è concretizzata anche – primo esempio in Italia a farlo – nella produzione di materiali informativi ed educativi multilingue sul Coronavirus. Sono state tante le associazioni, i luoghi di culto e i gruppi di cittadini che hanno sentito l’esigenza di dare un contributo, intraprendendo azioni di solidarietà di vario genere. Particolarmente rilevante è stato anche l’impegno di diversi luoghi di culto con azioni di solidarietà e distribuzione alimentare.
REGGIO EMILIA NEL DIALOGO INTERRELIGIOSO – A partire dal 2001 Reggio Emilia ha attivato, tramite Fondazione Mondinsieme, un percorso che l’ha portata ad occuparsi delle politiche per la promozione della diversità e del dialogo interculturale. L’adesione alla rete Intercultural Cities del Consiglio d’Europa ha poi permesso di rafforzare il dialogo e lo scambio con esperienze nate in altri territori.
La promozione del dialogo interreligioso è diventata nel corso degli anni uno degli ambiti di ricerca e analisi da parte dell’Amministrazione comunale, che nel 2020 lo ha inserito tra gli obiettivi del piano di azioni strategiche “DiTutti”. Fra le esperienze che hanno portato il territorio a investire sulle azioni di promozione del dialogo interreligioso e spirituale, quella realizzata nel 2018 nell’ambito del Viaggio della Memoria promosso da Istoreco. In quell’occasione il sindaco Luca Vecchi e 200 studenti delle scuole di Reggio Emilia visitarono il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau accompagnati dal vescovo della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca, dal Rabbino Beniamino Goldstein della comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia e dall’Imam Yosif El Samahy, in rappresentanza delle comunità islamiche di Reggio Emilia.
Sempre lo stesso anno si è tenuta nell’Aula magna dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia una prima restituzione del progetto ‘Alif Aleph Alfa. Innalziamo le nostre voci, giubilando, a Dio! Una prospettiva culturale di dialogo ebraico, cristiano, musulmano’, promossa all’interno della rassegna musicale Soli Deo Gloria a cura del maestro Renato Negri. Un progetto che ha visto protagonisti per diversi anni i fedeli delle confessioni religiose monoteiste che risiedono a Reggio Emilia e la cittadinanza, una collaborazione basata sull’idea del reciproco ascolto e dello scambio culturale-religioso. Il concerto, basato sulla cantillazione ebraica, cristiana e coranica da parte di tre gruppi appartenenti alle tre religioni monoteiste, è stato il momento culminante di una sorta di laboratorio di vicendevole conoscenza culturale, contornato da eventi e manifestazioni collaterali di approfondimento, anche di tipo didattico.
NOVELLARA E LE COMUNITÀ RELIGIOSE SUL TERRITORIO – Novellara da anni è diventata crocevia di comunità e religioni. Le amministrazioni che si sono succedute hanno agevolato l’insediamento di luoghi di culto nella consapevolezza che accogliere significa riconoscere e dare dignità a tutte le realtà religiose e che attraverso il dialogo è possibile costruire relazioni ed opportunità di crescita e confronto.
Diverse comunità si sono ben organizzate associandosi e addirittura insediando a Novellara i propri luoghi di culto: tra questi, il tempio Sikh, inaugurato nel 2000, ampliato e riqualificato in questi ultimi anni, diventando un punto di riferimento a livello italiano. Anche la comunità Hindu ha investito in una nuova sede, inaugurata nel 2017.