Skip to main content

Unanime il voto del Parlamento siciliano che chiede il cessate il fuoco, l’accoglienza dei feriti e il riconoscimento di due Stati. Il COPPEM: “Dal Mediterraneo un segnale di civiltà e solidarietà”.

Un gesto concreto e carico di significato arriva dal Parlamento siciliano, che ha approvato all’unanimità una mozione a favore della popolazione di Gaza. L’Aula di Palazzo dei Normanni ha impegnato il governo regionale a farsi promotore dell’accoglienza negli ospedali siciliani dei cittadini palestinesi gravemente feriti, con un’attenzione particolare ai bambini. Allo stesso tempo, ha chiesto l’attivazione di canali umanitari e ha riaffermato la necessità di un cessate il fuoco immediato, rilanciando l’unica via possibile per la convivenza: due popoli, due Stati.
La decisione dell’ARS arriva in un momento in cui la crisi nella Striscia di Gaza continua a causare distruzione e migliaia di vittime civili. Dall’inizio del conflitto, lo scorso 7 ottobre, si contano oltre 56.000 morti secondo fonti palestinesi, in un contesto di violenze che colpisce in modo sproporzionato la popolazione più fragile.
La mozione nasce da una proposta del Partito Democratico, condivisa poi da tutte le forze politiche presenti in Aula. “Abbiamo chiesto e ottenuto un dibattito serio e necessario sulla tragedia in corso e sul genocidio a Gaza”, ha dichiarato il capogruppo PD Michele Catanzaro, sottolineando l’importanza di “un appello unitario per la pace in Medio Oriente che parta proprio dal Parlamento siciliano”.
Dello stesso tono le parole di Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle, che ha definito l’approvazione della mozione “un atto elementare di civiltà”. Secondo De Luca, “la Sicilia non poteva restare inerte di fronte a quanto sta accadendo”. Ha inoltre ribadito la necessità di riconoscere lo Stato di Palestina e di interrompere quella che ha definito “una guerra a pezzi”.

foto (www.aljazeera)

Lidia Adorno, deputata del M5S, ha invece espresso rammarico per il rifiuto del suo emendamento, che avrebbe impegnato la Regione a interrompere ogni scambio commerciale e progetto di cooperazione con aziende e centri di ricerca israeliani. “Sarebbe stata una presa di posizione netta contro l’azione sanguinaria del governo Netanyahu”, ha detto.

Stefano Pellegrino, presidente del gruppo Forza Italia all’ARS, ha sottolineato che “la mozione rappresenta un punto di equilibrio tra sensibilità politiche diverse, ma unite dal desiderio di sostenere la diplomazia e l’assistenza umanitaria. La Sicilia, per tradizione e vocazione, è terra di accoglienza e solidarietà, ed è giusto che si renda disponibile a dare assistenza sanitaria a chi fugge dall’orrore”.

In questo contesto, il COPPEM – Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali – esprime pieno sostegno all’iniziativa approvata dall’Assemblea regionale siciliana, che si inserisce nel solco della cooperazione tra territori e della diplomazia dal basso. Il COPPEM, che conta tra i suoi membri anche l’APLA (Associazione Palestina Autorità Locali), ha fin dal 7 ottobre lanciato un appello alla fine delle ostilità, ribadendo che nessuna guerra può risolvere ciò che solo il dialogo tra popoli può costruire.

“È nostro dovere, come rappresentanti dei poteri locali e regionali, far sentire una voce chiara contro la guerra e in favore della dignità umana – ha dichiarato Francesco Sammaritano, segretario generale del COPPEM – la mozione votata all’unanimità dal Parlamento siciliano non è solo un gesto simbolico, ma un atto politico e morale che richiama tutti noi alla responsabilità. Davanti a una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza, mentre migliaia di bambini vengono mutilati, uccisi o costretti alla fuga, non possiamo restare in silenzio. La Sicilia, storicamente ponte tra civiltà e culla di accoglienza, ha dimostrato che le istituzioni locali possono e devono farsi carico della difesa dei diritti umani e della promozione della pace”.

“Come COPPEM – ha proseguito Sammaritano – siamo in dialogo costante con i nostri membri, tra cui l’APLA (Associazione Palestinese Autorità Locali) e continuiamo a promuovere ogni forma di cooperazione territoriale, culturale e sociale per costruire ponti e non muri. Questa guerra ha già prodotto troppe macerie, materiali e morali. Oggi più che mai serve una diplomazia delle comunità, delle città, delle persone. Serve un Mediterraneo che scelga la pace, non la paura. E questa mozione ne è l’espressione più autentica”.

Mentre la diplomazia internazionale fatica a trovare vie percorribili, dalla Sicilia arriva dunque un segnale chiaro: la pace si costruisce anche dalle periferie del potere, nei luoghi in cui la vita quotidiana e la cooperazione si intrecciano con la responsabilità politica. La voce dell’isola, oggi, parla anche a nome del Mediterraneo intero.