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Antonio Guterres
Segretario Generale ONU   foto web

Quest’anno si è celebrato il 25° anniversario dell’adozione della Dichiarazione e del Programma d’azione per una cultura di pace da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tuttavia, questo traguardo appare incredibilmente distante dalla realtà attuale. Le atrocità a Gaza, la devastazione in Ucraina e le violenze in Sudan hanno evidenziato come la pace, intesa non solo come assenza di conflitti ma come un processo attivo e inclusivo, sembri sprofondare sotto il peso delle guerre che affliggono il mondo.

I principi fondamentali di rispetto per la vita, diritti umani, giustizia e democrazia, definiti nel 1999, sono stati calpestati. La promozione della non violenza attraverso l’educazione e il dialogo è diventata un’utopia, mentre i conflitti continuano a proliferare. Le guerre odierne non sono solo battaglie armate, ma manifestazioni di un fallimento collettivo nel risolvere problemi globali attraverso la cooperazione e la comprensione reciproca.

L’Assemblea Generale aveva avvertito che la pace non si costruisce da sola; richiede un impegno collettivo e decisioni coraggiose. Tuttavia, il mondo ha scelto di voltare le spalle a questa visione, preferendo il conflitto alla negoziazione. Le risoluzioni susseguenti alla Dichiarazione del 1999 hanno ribadito l’urgenza di un nuovo approccio, ma ci siamo trovati ancora una volta sommersi dalle macerie di un mondo in guerra. Le parole della Costituzione dell’UNESCO risuonano come un monito inascoltato: “Le guerre iniziano nella mente degli uomini, ed è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”. È chiaro che queste difese non si costruiscono con la retorica vuota; è necessario agire urgentemente. L’educazione alla pace non è un’opzione, ma una necessità da coltivare fin dall’infanzia, nelle scuole e nelle comunità, superando confini nazionali e culturali. La Giornata Internazionale della Pace, pur rappresentando un momento simbolico per deporre le armi e osservare un cessate il fuoco, non è più sufficiente. È tempo di vedere l’umanità nell’altro, riconoscendo che la nostra sopravvivenza come comunità globale dipende dalla capacità di collaborare per una pace duratura.

In un videomessaggio per la Giornata Internazionale della Pace, António Guterres, Segretario Generale ha affermato:

“Ovunque guardiamo, la pace è sotto attacco. Da Gaza, al Sudan, all’Ucraina e oltre, vediamo civili sulla linea di tiro, case distrutte, popolazioni traumatizzate e terrorizzate che hanno perso tutto, e talvolta tutti. Questo catalogo di miserie umane deve finire. Il nostro mondo ha bisogno di pace. La pace è il premio finale per tutta l’umanità. E come ci ricorda questa Giornata internazionale della pace, le soluzioni sono nelle nostre mani. Coltivare una cultura di pace significa sostituire le divisioni, l’impotenza e la disperazione con la giustizia, l’uguaglianza e la speranza per tutti. Significa concentrarsi sulla prevenzione dei conflitti, promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, promuovere i diritti umani e affrontare tutte le forme di discriminazione e odio.  Il Vertice del futuro di questo mese è un’opportunità vitale per portare avanti questi obiettivi. Cogliamoli insieme, gettiamo le basi per la pace. E coltiviamo una cultura in cui l’uguaglianza, la pace e la giustizia prosperino.”