Siamo rimasti sgomenti e inorriditi di fronte alle immagini televisive del massacro che la fazione palestinese di Hamas ha perpetrato nei confronti di inermi israeliani.
Nessuno tra gli strateghi militari si aspettava una tale azione così fulminea e ben organizzata. Il Medioriente è nuovamente in fiamme.
Al COPPEM, con i miei colleghi abbiamo immediatamente contattato i nostri delegati israeliani e palestinesi per accertarci di come stavano, loro e le loro famiglie.
Cosa succederà ora, che evoluzione avrà questo conflitto?
Questo brutale attacco anche se inaspettato prima o poi probabilmente doveva accadere. Dopo gli accordi di Oslo, sono passati più di venti anni e la situazione è notevolmente peggiorata. Oggi non è un caso che la maggioranza dei palestinesi ha abbandonato Al Fatah e Abu Mazen che ormai rappresenta solo se stesso per avvicinarsi ad Hamas.
Ciò è anche dovuto alla politica del governo Netanyahu che come scriveva ieri il quotidiano israeliano Haaretz, favorendo e intensificando l’insediamento dei coloni israeliani nei territori palestinesi ha contribuito a esacerbare le già forti tensioni con il risultato che anche l’ala moderata palestinese oggi si è schierata con Hamas.
L’auspicio è che al di là di un cessate il fuoco immediato, cosa molto improbabile visto lo spirito di vendetta israeliano, è che il conflitto non si estenda agli Hezbollah e all’ Iran, ciò significherebbe una catastrofe dalle imprevedibili conseguenze.