La conferenza sul futuro dell’Europa è stata un processo nuovo e innovativo, un esercizio dal basso per consentire agli europei di dire la loro su ciò che si aspettano dall’Unione europea. Alla Conferenza hanno partecipato cittadini europei di diversa origine geografica, sesso, età, background socioeconomico, con un forte contributo dei giovani europei che hanno svolto un ruolo centrale. La piattaforma, considerata il cuore della Conferenza, il 9 maggio ha chiuso i battenti.
“Le persone devono prendere possesso dell’Europa”. Lo ha detto Manuela Bora, consigliere regionale per le Marche (Italia) e membro della plenaria del CoFoE, in occasione della Giornata dell’Europa, invitata all’ incontro organizzato dall’ Associazione francese (AFCCRE) e dall’Eurométropole di Strasburgo.
“La scelta più sensata, a mio avviso, è quella di fare della Conferenza sul futuro dell’Europa un organismo permanente all’interno del quale è possibile continuare a condividere idee, soprattutto quelle più controverse”, ha affermato Bora. “Un dibattito partecipativo tra enti locali, cittadini e istituzioni europee è la migliore garanzia per risultati concreti e lungimiranti. Ed è per questo che il CCRE ha sviluppato le sue sei proposte per avvicinare l’Europa ai cittadini”.
Tra questi, il CEMR ha chiesto di tenere ogni anno il 9 maggio “un dibattito sul progetto europeo, i suoi vantaggi e le sue sfide, come costruire una società decarbonizzata, in ogni scuola e in ogni comune e regione d’Europa”.
Conferenza sul futuro dell’Europa: quale direzione dovrebbe prendere l’Europa?
Ogni 9 maggio, gli europei celebrano la Giornata dell’Europa. Ma quest’anno i festeggiamenti assumono un nuovo significato. Oggi, a un anno dall’inizio ufficiale, la Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFoE) si conclude con la consegna di 49 proposte ai presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.
Questo è un buon momento per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE) per fornire un aggiornamento su questo esercizio di democrazia partecipativa e per evidenziare alcune proposte che dovrebbero definire l’agenda dell’Unione Europea nei prossimi anni.
Il gemellaggio è anche un modo efficace per avvicinare l’Europa ai cittadini. In linea con la proposta del CoFoE di “rafforzare il programma di scambio dell’UE esistente”, il CCRE sostiene la creazione di un vero programma Erasmus per i dipendenti pubblici locali attraverso scambi tra comuni e regioni, se possibile gemellati.
Altra proposta promossa dal CCRE: lo sviluppo delle università europee oltre i due Collegi d’Europa e l’insegnamento delle lingue tale che entro il 2050 ogni europeo parli almeno l’inglese e altre due lingue europee, oltre alla propria lingua madre.
Sebbene le idee non manchino, queste devono ancora essere formalizzate e la consultazione con le organizzazioni della società civile e i governi locali deve essere resa sistematica. Come ha sottolineato Manuela Bora: “Se è stato fatto così tanto in un anno, immagina cosa si potrebbe fare in un sistema strutturato permanente! Ed è esattamente la direzione in cui dobbiamo andare”.