Nel sud della Striscia di Gaza, la situazione sanitaria è ormai fuori controllo. Acque reflue scorrono lungo le strade, cumuli di rifiuti giacciono abbandonati e gli abitanti, in particolare i bambini e le donne, sono esposti quotidianamente a gravi rischi sanitari. A denunciare con forza questa emergenza è l’ingegnera Amani Ismail, che opera in prima linea per riportare l’attenzione del mondo sulla crisi igienico-sanitaria che sta devastando Gaza.
Le strade qui non sono più percorribili senza il rischio di malattie: l’acqua contaminata scorre liberamente, e non ci sono infrastrutture adeguate a contenere questo disastro – afferma Ismail – è come se camminassimo in un fiume di liquami, e i nostri bambini giocano e vivono in mezzo a questa sporcizia
La sua denuncia è un grido di allarme per una popolazione costretta a sopravvivere tra i resti delle infrastrutture distrutte. In particolare, Ismail evidenzia l’inefficacia delle reti fognarie, progettate per una popolazione molto più ridotta rispetto agli attuali livelli di densità abitativa causati dallo spostamento di massa dal nord al sud della Striscia. La conseguenza è una crisi che cresce ogni giorno, peggiorata dalla mancanza di servizi igienici adeguati nei campi di sfollati, dove le tende prive di collegamenti fognari scaricano tutto in strada.
Abbiamo strutture fognarie progettate per un numero limitato di persone, ma con l’arrivo massiccio di sfollati dal nord, i sistemi sono collassati. Non riusciamo a gestire i liquami, e le tende prive di collegamenti fognari riversano tutto in strada – continua Ismail – così, ogni giorno, la salute delle famiglie è in pericolo
Le immagini delle acque reflue dove si vive circondati da cumuli di immondizia sono uno spettacolo quotidiano nei campi di Gaza. Le condizioni igienico-sanitarie sono talmente gravi che aumentano rapidamente le infezioni intestinali, con i casi di epatite A già in forte crescita. Il caldo dell’estate ha innescato rischi di epidemie che preoccupano operatori sanitari e umanitari sul campo.
È straziante vedere i nostri bambini costretti a vivere in queste condizioni – aggiunge Ismail – giocano in mezzo ai liquami, e non abbiamo le risorse per proteggere la loro salute. Senza un intervento immediato, temo che dovremo affrontare epidemie di epatite e colera
Ismail pone un’attenzione particolare alla vulnerabilità delle donne e dei bambini, che rappresentano i gruppi più esposti in questa crisi.
Le donne e i bambini sono i più vulnerabili, oltre alla povertà e al trauma della guerra, devono sopportare anche il rischio di gravi infezioni. Il degrado sanitario è l’ennesima forma di violenza a cui siamo sottoposti. Chiediamo che il mondo ci ascolti e agisca subito, perché Gaza non può più aspettare
Le parole di Amani Ismail, insieme alla drammatica realtà delle immagini da Gaza, gettano luce su una crisi umanitaria che richiede interventi urgenti e coordinati. Gaza è un territorio sull’orlo del collasso, dove il diritto alla dignità e alla salute viene negato giorno dopo giorno, senza che il mondo intervenga per fermare questa tragedia silenziosa.