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A 75 anni dalla dichiarazione di Schuman, le sfide geopolitiche, il ruolo delle regioni nel Mediterraneo e le opportunità per i giovani.

Le sfide e le opportunità che attendono l‘Europa e la Sicilia nei prossimi anni sono state al centro della tavola rotonda organizzata da PRISM, che si è svolta nell’aula Magna “Paolo Borsellino” della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Palermo. Gli interventi dei relatori sono stati significativi, offrendo una riflessione articolata sulla necessità di rafforzare la cooperazione regionale e internazionale per affrontare le sfide globali.
A sottolineare l’importanza di dotare la Sicilia di una legislazione sui rapporti internazionali è stata la Margherita Rizza, dirigente del Dipartimento Affari Extraregionali della Regione Siciliana. Ha evidenziato come, in un contesto geopolitico in continua evoluzione, la Sicilia debba affrontare con determinazione le nuove sfide del Mediterraneo, puntando su una maggiore integrazione con l’Unione Europea. Rizza ha anche sottolineato la necessità di rilanciare gli uffici di rappresentanza della Regione a Bruxelles, affinché diventino non solo punti di contatto istituzionale, ma anche centri di formazione per i giovani siciliani, offrendo opportunità di crescita professionale e favorendo un’integrazione più profonda con le istituzioni europee.
Richiamando l’eredità di Robert Schuman, Gaetano Armao, docente di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali e consulente del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha evidenziato come il pensiero del padre fondatore dell’Unione Europea, a 75 anni dalla storica dichiarazione del 9 maggio 1950, sia ancora straordinariamente attuale. Armao ha ricordato come Schuman avesse immaginato un’Europa aperta alla cooperazione con il Mediterraneo e l’Africa, una visione che oggi risulta particolarmente rilevante per la Sicilia, ponte naturale tra l’Europa e i paesi del Sud del mondo. Ha inoltre sottolineato come questa apertura possa rappresentare una chiave strategica per lo sviluppo economico e culturale della regione, in linea con le sfide globali contemporanee.

A completare questa visione, Francesco Sammaritano, segretario generale del COPPEM, ha posto l’accento sulla necessità di dare ai governi locali un ruolo più autonomo e incisivo nelle decisioni su temi cruciali come immigrazione, ambiente, agricoltura e pesca. Sammaritano ha sottolineato l’importanza di politiche di decentramento che riconoscano ai territori un’autonomia normativa su queste questioni, permettendo loro di rispondere in modo più efficace e mirato alle sfide locali. Questa maggiore autonomia, ha osservato, non solo rafforzerebbe le istituzioni regionali, ma favorirebbe anche una cooperazione più stretta tra i territori, promuovendo iniziative comuni che riflettano le specificità locali.
Un tema centrale dell’incontro è stato anche quello della creazione di un organismo di coordinamento tra le istituzioni regionali dell’area euromediterranea, una proposta che mira a favorire scambi economici, culturali e politici tra città, regioni e governatorati. Questo organismo, ha spiegato Sammaritano, potrebbe fungere da ponte tra le realtà locali, l’Unione Europea e la Lega Araba, sostenendo progetti condivisi e promuovendo una cooperazione concreta e strutturata in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Gli interventi hanno quindi delineato una visione chiara e ambiziosa del futuro dell’Europa e della Sicilia, sottolineando l’importanza di agire in modo coordinato e determinato per affrontare le sfide globali e costruire un’Europa più forte e solidale.