Operaie, massaie, contadine, impiegate, donne impegnate nelle libere professioni, insegnanti, insieme e solidali per “gridare” ai diritti. Oltre 300 attiviste e femministe provenienti da 30 Paesi, insieme a organizzazioni internazionali e nazionali, come la Lega tunisina per la difesa dei diritti umani, l’Associazione tunisina delle donne democratiche, l’Unione nazionale delle donne tunisine, l’Organizzazione delle donne lavoratrici, da domenica scorsa, e sino al 9 settembre, hanno iniziato la loro protesta in marcia nel centro di Tunisi, verso la Cité de la culture che ha ospitato la cerimonia ufficiale di apertura della terza Conferenza mondiale delle Donne di base.
Donne lavoratrici trasparenti in tutti i settori e che lottano per i loro diritti economici e sociali in società patriarcali, sono queste le “Donne di base”, simbolo delle lavoratrici e agricole “inosservate”, come ha spiegato Amira Dellech, coordinatrice del comitato organizzatore a Tunisi.
Dopo quella di Caracas del 2011 e di Kathmandu del 2016, la Conferenza di Tunisi mira a coordinare la lotta delle donne nel mondo e a rafforzare i legami di solidarietà, al fine di liberarle da ogni forma di sfruttamento e sottomissione per promuoverne la loro affermazione nell’ambito professionale, chiave nel percorso dello sviluppo sostenibile.
Le partecipanti discuteranno per cinque giorni di tematiche relative ai diritti e alla parità di genere e prenderanno parte a workshop finalizzati alla sensibilizzazione e alla consapevolezza dell’esistenza di strumenti legali nazionali e internazionali per combattere ogni forma di violenza per poi redigere una serie di linee guida per l’adozione di misure concrete al fine di rimuovere le strutture socioeconomiche che relegano la donna in una posizione di inferiorità. Confronto, dialogo e scambio di buone pratiche sono i cardini di questo incontro, arricchito dalla grande diversità culturale dei partecipanti.
I lavori della terza Conferenza mondiale sulle Donne di base, che si stanno svolgendo nel complesso culturale intitolato a Mahmoud Messaadi, considerato uno dei grandi autori della letteratura araba contemporanea, coinvolgono le attiviste in un ricco programma che prevede, oltre a passaggi artistici e mostre di artigiane e contadine, un’assemblea generale, laboratori e circoli di riflessione, che affronteranno alcuni fenomeni sociali che ostacolano il coinvolgimento delle donne nella vita e la consacrazione del principio di uguaglianza tra i sessi.