Complicato da decostruire, il linguaggio sessista è ancora profondamente radicato nella coscienza civile. Il mondo dell’informazione dimostra di avere assimilato preconcetti patriarcali che si evidenziano attraverso l’uso di un linguaggio discriminatorio, svilente e sessista, fornendo una interpretazione distorta della realtà oggettiva. Il linguaggio simbolico non modifica quello esistente, al contrario, lo normalizza o minimizza. In questo momento di cambiamento sociale del ruolo della donna, è una priorità favorire la liberalizzazione da stereotipi mutilanti, per restituire alla narrazione una corretta rappresentazione del mondo femminile. L’alfabetizzazione culturale è la strada per la parità di genere, perché la violenza dei fatti nasce anche dall’aggressività delle parole.
Perché usiamo un linguaggio invece di un altro?
Ne abbiamo discusso con giornaliste e giornalisti, scrittrici e con la Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, nel webinar organizzato dal COPPEM su “La violenza delle parole. Le conseguenze degli stereotipi sessisti nel linguaggio giornalista”.
Intervento di Josè Calabrò
Ha moderato Nadia Monetti
Nadia Monetti, giornalista RAI, Tg2. Ha lavorato cinque anni alla TVE (televisione spagnola pubblica) e per tre anni è stata corrispondente da New York per un’agenzia radiofonica. Consigliera dell’ODG, ha fatto parte del Gruppo di Lavoro Pari Opportunità del CNOG che ha elaborato l’art.5 bis “Rispetto delle differenze di genere” , inserito nel Testo Unico dei Doveri del Giornalista Testo Unico del dovere del Giornalista.
Relatrici e relatori
Roberta Lisi Giornalista con interessi nel campo della comunicazione politica ed economica, è attenta alle tematiche dell’emancipazione femminile. Ha collaborato alla stesura dell’«Agenda ottomarzo», al bimestrale di critica letteraria 280 Lavorare e al mensile «Noi donne» e ha pubblicato Il tempo della maternità (1993). Collaboratrice fissa del settimanale «Il Salvagente», dal 2012 è nella redazione di RadioArticolo1 curando gli speciali, le dirette e gli approfondimenti sull’attualità. È iscritta all’Asp, l’Associazione della stampa parlamentare. GiULiA Giornaliste
Cristina Fallaràs giornalista e scrittrice Cristina Fallarás (Saragozza, 1968) è scrittrice e giornalista, nota per la sua difesa dei diritti delle donne e il suo attivismo a favore della Memoria Storica. Il 26 aprile 2018 ha lanciato l’hashtag #Cuéntalo, un fenomeno internazionale in cui milioni di donne hanno denunciato le aggressioni sessuali subite. Ha lavorato in numerosi media. Attualmente lavora come analista politico nelle reti televisive Telecinco, Cuatro, TVE, Telemadrid e TV3 e nel quotidiano Público. Ha pubblicato i libri Rupturas (2003), No acaba la noche (2006), Así murió el poeta Guadalupe (2009), Ahora contamos nosotras (2009), Las niñas perdidas (2011), Últimos días en el Puesto del Este (2011), A la puta calle (2012), Honrarás a tu padre y a tu madre (2018) y Posibilidad de un nido (2020) Nel 2011 è stata insignita del Premio Ciudad de Barbastro de Novela Breve e nel 2012 è diventata la prima donna a vincere il Premio Hammett con un romanzo poliziesco, Las niñas perdidas. Ha inoltre ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro giornalistico.
Tiziana Gulotta giornalista arabista Giornalista italiana, ha vissuto e si è specializzata in Medio Oriente, tra Siria e Libano, in seguito a due borse di studio: la prima assegnata dal Ministero degli Affari Esteri e la seconda dall’Università di Palermo. Nel 1999 inizia a collaborare con il quotidiano ‘La Repubblica’ (sede di Palermo), occupandosi prevalentemente di immigrazione. Dopo questa prima esperienza in campo giornalistico ne sono seguite altre con settimanali, mensili e quotidiani: il Giornale di Sicilia, l’Euromediterraneo, Africa e Mediterraneo, l’inchiesta, Centonove, Sud, Radio 100passi. Nel 2005 è approdata all’ANSA di Palermo con la quale collabora nel settore mediterraneo. Ha condotto ricerche sulla donna libanese contemporanea ed è autrice di una pubblicazione scientifica sul crimine d’onore in Libano dove si parla del rapporto uomo/donna. Tra il 2010 e il 2011, nel contesto delle primavere arabe, come freelance, si è spinta fino al confine tunisino-libico, per raccontare il massiccio esodo di migranti in fuga dalla Libia e diretti in Tunisia, nell’isola di Djerba, a sud della capitale. Dal 2016, porta avanti il progetto ‘Per non dimenticare la Siria’ attraverso il quale cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema globale delle migrazioni forzate e in special modo dei rifugiati siriani attraverso il racconto fotografico. Dal 2020 è ricercatrice presso l’Università statale di Murcia (Spagna) e attualmente sta conducendo ricerche proprio sulle migrazioni forzate.
Fernando Reis giornalista Direttore journal do Algarve. Laureato in Storia presso la Facoltà di Lettere dell’Universidade Clássica de Lisboa, Professore e Giornalista dal 1975. È al Jornal do Algarve dal 1983, dove ha ricoperto la carica di direttore per più di 17 anni. È il fondatore di Revista Património e Cultura e Rádio Guadiana. È corrispondente per le agenzie Lusa, Notícias de Portugal e Jornal de Notícias.
Ursula Hage Cittadina libanese, Ursula El Hage è anche cittadina onoraria dell’Ecuador. Ha conseguito un EDBA presso Paris Dauphine-USJ e certificazioni presso Stanford, Harvard ed EFQM. Ha una vasta esperienza nello sviluppo organizzativo e nell’imprenditorialità. Ha co-fondato e diretto una società di consulenza gestionale Roadmak e due ONG CODEFE in Ecuador e CODEP in Perù, entrambi partner nazionali della Fondazione europea per la gestione della qualità. Ha inoltre gestito l’ufficio innovazione presso la Presidenza della Repubblica dell’Ecuador. Ha diretto e co-fondato tre programmi di imprenditorialità presso l’Università Cattolica di Santiago di Guayaquil, l’IDE Business School e l’Università Saint Joseph di Beirut. Le sue pubblicazioni sono state presentate in vari forum nazionali e internazionali, come l’American Academy of Management, G3 e ADERSE. “Come creare una cultura del non sessismo attraverso pratiche di gestione del cambiamento nell’istruzione superiore”.
Anna Mallamo è “strettese”: nata a Reggio Calabria vive a Messina dove lavora alla Gazzetta del Sud come caposervizio del settore Cultura e spettacoli. Ha tenuto una rubrica, prima quotidiana e poi settimanale, sull’Unità durante la direzione di Concita De Gregorio. Attualmente cura un blog sull’Huffington Post, dove scrive di politica e di costume. Nel 2010 ha pubblicato il libro “Lezioni di tango” (Città del Sole). In rete si sdoppia con il popolare account satirico manginobrioches.
José Calabró, laureata in Filosofia, ha insegnato Italiano e Storia per venticinque anni all’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Gemmellaro” di Catania. Vive a Misterbianco (Catania). Ha organizzato corsi di formazione, promosso e tenuto incontri educativi transnazionali in Italia e in varie capitali europee. Nei suoi ruoli istituzionali e nella ricchissima esperienza nel sociale sono stati centrali: l’impegno su diseguaglianze e infanzia/minori, la produzione di materiali sull’identità di genere, le battaglie per l’ambiente. Segnaliamo alcune delle sue numerose pubblicazioni: Mediterraneo: una storia di donne e di uomini, 1999, Tam Tam nel Mediterraneo – IV Programma d’azione comunitario per le uguali opportunità per le donne e gli uomini 1996 – 2000); pubblicato in italiano e francese. In viaggio con Sharazade: identità in gioco, 2000, Tam Tam nel Mediterraneo – IV Programma d’azione comunitario per le uguali opportunità per le donne e gli uomini 1996 – 2000); pubblicato in italiano, francese, spagnolo, inglese, greco moderno. Le case dei gelsi – Misterbianco, una storia di donne e di uomini lungo un millennio, 2016, Giuseppe Maimone Editore. Ritratti documentati di una città invisibile, 2019, Incontri Edizioni. Lo specchio cangiante – percorsi ed esperienze per educare alla complessità, 2021, Erickson live.
Cinzia Leone Senatrice della XVIII legislatura della Repubblica Italiana Da febbraio 2019 è vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere