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Dichiarata 25 anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 47/196 del 22 dicembre 1992, oggi, 17 ottobre, è la Giornata mondiale di lotta contro la povertà.
Per gli effetti devastanti sull’economia mondiale, i Paesi poveri o in via di sviluppo, affrontano una doppia battaglia: il Covid 19 e la recessione.
Basti pensare che per il 2020, la Banca mondiale ha annunciato una contrazione della ricchezza globale del 5,2 per cento e, sulla scorta del nuovo rapporto, si prevedono 115 milioni di persone in più nella povertà estrema, con un aumento significativo nel 2021.
Tra i Paesi, dove la pandemia si è abbattuta con tutta la sua forza, la Siria, l’Afghanistan, lo Yemen e il Sud Sudan, stanno vivendo un impatto economico devastante, ma lo shock pandemico, senza precedenti, ha colpito anche i Paesi a medio reddito come il Sud Africa, il Brasile e l’India
Si stima che nel mondo, entro la fine del 2020, 12 mila persone al giorno potrebbero morire di fame, cosi come denuncia l’Oxfam, con il rapporto redatto nei mesi scorsi, che evidenzia come dopo la pandemia, si prevedono più vittime per fame di quelle provocate dal virus.
Anche nel nostro Paese, che già prima della pandemia registrava una persona su tre a rischio di esclusione sociale, la povertà ha subito un’impennata e i contraccolpi economici non hanno eguali. Vecchie e nuove povertà si sommano, in un momento in cui, tra gli effetti del Covid19, per la prima volta negli ultimi dieci anni, ha avuto una battuta di arresto la lotta contro la povertà nel mondo, allargando così la forbice della disuguaglianza di reddito, che diventa sempre più ampia.