Skip to main content

Festeggiare il Mediterraneo è celebrare la vita in tutta la sua ampiezza e pienezza … questo mare antico intorno al quale viviamo ha dato al mondo le sue più grandi civiltà, le sue prime accademie e università, i suoi primi drammaturghi e filosofi e i suoi più celebri centri commerciali. La Giornata del Mediterraneo si propone di celebrare, riconoscere, rinvigorire, collaborare e lavorare insieme per un futuro che onori le speranze e le ambizioni della gente che vive intorno al Mediterraneo”.

È scritto sul sito dell’Unione per il Mediterraneo, l’organizzazione nata a Parigi nel 1995 per rafforzare la collaborazione Euromed, che quest’anno ha dato vita alla prima Giornata del Mediterraneo, ricorrenza istituita per celebrare la diversità e l’unità del Mediterraneo di fronte alle sfide condivise. Integrazione, solidarietà, futuro, condivisione. Sono state queste le parole che hanno scelto politici e società civile pensando al Mediterraneo e sono state tante le iniziative organizzate per la prima campagna della Giornata del Mediterraneo. Il COPPEM e la Regione Siciliana hanno organizzato una conferenza web su «Il ruolo delle Regioni, Governatorati e Città nel futuro geopolitico dell’area euromediterranea».  La tematica ha visto i partecipanti solidali e unanimi nel ribadire la necessità di perseguire un rafforzamento delle istituzioni europee attraverso il decentramento politico, affinché le città, le regioni e i governatorati, possano avere maggiore capacità decisiva in tema di cambiamenti climatici, pari opportunità, sviluppo sostenibile e sulla questione migratoria. Dalla conferenza è emerso che la Dichiarazione di Barcellona ha avuto un approccio cooperativo fallimentare tanto da impedire, di fatto, il costituirsi di un’area di prosperità, pace e coesione condivisa.

Il fallimento della Conferenza di Barcellona costituisce davvero un punto di riferimento per chi vuole comprendere e capire come l’Unione Europea non abbia ancora inteso porre in termini prioritari il tema del Mediterraneo  lo ha detto Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilianain apertura dei lavori – non soltanto il fallimento del Processo di Barcellona, che avrebbe dovuto anticipare l’area di libero scambio, di cui nessuno ha notizie, ma anche gli interventi successivi, che sono stati abbozzati e portati avanti o soltanto accennati da Bruxelles, non hanno avuto alcun esito”. Il Presidente della Regione Siciliana ha posto poi l’accento sulla necessità di un’Europa di città e regioni, “La Sicilia è la naturale piattaforma del Mediterraneo, dell’Europa nel Mediterraneo – ha detto Musumeci – vive questa condizione senza alcuna prerogativa, senza alcun privilegio, semmai subisce paradossalmente gli effetti negativi di essere l’ultimo brandello di terra del continente europeo proteso verso l’Africa. Ecco perchè noi vorremmo che tutti i paesi bagnati da Mediterraneo – ha proseguito Musumeci – possano elaborare un progetto comune per aumentare il potere di contrattazione con Bruxelles e con l’Unione Europea. A Bruxelles devono comprendere che nessuna politica di sviluppo del continente sarà possibile nel futuro, se non si comincia dal Mediterraneo”. Il COPPEM, ormai da 21 anni, è un prezioso strumento di collegamento e cooperazione tra i poteri locali e regionali euromediterranei. Il COPPEM, nonostante scetticismi e distrazioni, continua e continuerà, con il supporto della Regione Siciliana, ad essere imprescindibile strumento per la promozione politica, istituzionale, economico-finanziaria, sociale e culturale tra le città, regioni e governatorati euromediterranei”.

E sull’importanza della centralità del Mediterraneo ha parlato Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, “Il Mediterraneo va concepito come mare di pace confronto economico, culturale, di grandi opportunità e da preservare – ha detto Armao – l’UE ha una vocazione naturale verso Mare Nostrum, dove la Sicilia ha un ruolo strategico. Occorre rilanciare il Mediterraneo anche nella Conferenza sul Futuro dell’Europa, che dovrà impegnarsi a riavviare il Processo di Barcellona per guardare il Mediterraneo come “Continente del prossimo millennio”, così come definito dagli analisti”. Invito pertanto il COPPEM a redigere un documento sul Mediterraneo e sul futuro dei poteri locali e regionali, da presentare alla Conferenza. Il Vicepresidente della Regione Siciliana, ha approfondito una disamina sugli effetti della pandemia nell’area Euromediterranea “Il futuro che abbiamo di fronte, a partire dall’esigenza di affrontare i drammatici effetti economici della pandemia da COVID-19, delinea sfide epocali ed impone una visione che ricostruisca dalle fondamenta le Istituzioni europee”. (COPPEM The role of Regions, Governorates and Cities in the geopolitical future of the Euro-Mediterranean area)

E di fondamenta più solide e di sfida, ha parlato il Segretario Generale del COPPEM, Francesco Sammaritano, “Se è vero che il Mediterraneo si costruirà affrontando le crisi, la sfida del Covid è quella che più di ogni altra rende indispensabili le risposte comuni – ha detto il Segretario del COPPEM – l’Ue dovrebbe consentire azioni efficaci di governo nello spazio comune mediterraneo. Il dissesto mondiale causato dal Covid, ci ha resi consapevoli che nessun Paese può affrontare in autonomia l’emergenza sicurezza, sanità, immigrazione e ambiente. La pandemia, ha amplificato le discriminazioni esistenti nella nostra società e anche a livello internazionale, allargando la forbice della diseguaglianza tra Nord e Sud, mettendo in risalto, e certamente accentuando, squilibri e disuguaglianze, globali e locali, che già esistevano”. Sammaritano ha parlato anche della Questione migratoria, della necessita di un decentramento di potere agli enti locali e ha rivendicato un riconoscimento istituzionale alle regioni europee e mediterranee quale modello di convivenza tra culture, idee e valori, come contributo ad un ritorno del Mediterraneo al suo naturale ruolo di mare di pace. “Come scriveva Camus nella ‘Peste’ – ha concluso Sammaritano – la guerra è una cosa stupida. Questa invece è la vita. La nostra vita. La vita delle future generazioni”.

I lavori sono stati moderati da Ilia Mazzone, direttrice delle relazioni internazionali del COPPEM che ha curato l’organizzazione dell’evento coinvolgendo attivamente rappresentanti istituzionali di Germania, Grecia, Egitto, Francia, Giordania, Italia, Marocco, Palestina e Turchia, nonché la rete dell’ARLEM e dell’UCLG.

Questa conferenza è concepita come un’occasione per rafforzare i legami tra la Sicilia e le regioni e città strategiche nell’area euro-mediterranea – ha detto Ilia Mazzone – con l’obiettivo concreto di pianificare congiuntamente iniziative per il 2022 sulle tematiche rilevanti ed attuali affrontate oggi, che accomunano i nostri rispettivi territori. Riveste un valore importante anche la rafforzata cooperazione con l’ARLEM, nonché con l’UCLG: occorre fare sinergia ora più che mai nel Mediterraneo per contribuire, ognuno nella propria misura, all’obiettivo ultimo della Dichiarazione di Barcellona ossia costruzione di uno spazio comune di pace, stabilità, sicurezza e prosperità condivisa”.

Nella sessione introduttiva l’Ambasciatore Kriekoukis, consigliere diplomatico di Atene, ha parlato di migrazione e integrazione, “I territori ospitanti devono lavorare per l’inclusione e l’inserimento professionale – ha detto – dopo una verifica formativa, sarebbe opportuno inserire i migranti in settori professionali dove la domanda è alta”. E sull’utilità della formazione, il direttore generale del Dipartimento degli Affari Extraregionali della Regione Siciliana, Maurizio Cimino, ha illustrato la progettualità della Regione Siciliana, mirata allo scambio di know-how, attraverso il COPPEM, tra dirigenti che operano nei paesi dell’area mediterranea, per confrontare le diverse esperienze amministrative. 

In rappresentanza delle reti internazionali delle autorità locali e regionali del Mediterraneo, per il COPPEM è intervenuto Adly Hussein, attuale coordinatore del consiglio di presidenza della rete internazionale siciliana. Ha esordito affermando che in ambito internazionale “il COPPEM ha una storia nobile che ispira fiducia” ricordando alcuni degli eventi internazionali più rilevanti degli ultimi anni e focalizzando poi l’attenzione sull’emergenza dell’immigrazione clandestina.

Marie-Antoinette Maupertuis, presidente dell’Assemblea della Corsica intervenuta anche in rappresentanza dell’ARLEM e del Comitato delle Regioni dell’UE, ha affermato che “questi scambi contribuiscono ad arricchire il dialogo euromediterraneo per perseguire la costruzione di una politica di cooperazione e prossimità. Questi scambi si impongono poiché il Mediterraneo concentra la maggior parte delle sfide da affrontare in questa fase di accelerazione storica contraddistinta da diverse mutazioni tecniche, sociali, politiche, culturali.” Ha ripreso le considerazioni sull’andamento duale della demografia in Europa, che va verso l’invecchiamento a fronte di una società più ricca, e del sud del mediterraneo dove il 50% della popolazione ha meno di 25 anni ma ha difficoltà a proiettarsi verso orizzonti sereni.” ha parlato poi della crisi sanitaria come di un acceleratore di rottura e rivelatore di disequilibri e tensioni tra i vari paesi, spostando infine l’attenzione sull’ ambiente e sulle azioni drastiche che urgono per scongiurare il disastro climatico e i milioni di migranti climatici il cui numero aumenterà drammaticamente negli anni a venire. 

In rappresentanza dell’UCLG-Città e Governi Locali Uniti è intervenuto Mohamed Boudra, che presiede anche Associazione dei Presidenti dei Consigli Comunali del Marocco ed è stato co-presidente dell’ARLEM ed ha aperto una riflessione sul futuro del Mediterraneo, concentrando poi il proprio discorso sulla necessità di avviare azioni a livello delle autorità locali per contribuire al dialogo tra Palestina e Israele: “si tratta di una tematica della quale si evita di parlare, quasi fosse un tabu, ma è un conflitto che alimenta il radicalismo, il terrorismo, le incomprensioni, il rifiuto degli altri, il conflitto religioso nel Mediterraneo. È tempo di lavorare insieme, tutte le reti con il COPPEM come fulcro, per organizzare degli incontri al livello delle collettività locali e regionali, che so per la mia esperienza diretta possono riuscire laddove i governi nazionali non hanno potuto, con l’appoggio dell’UE, della Lega Africana, della Lega Araba, delle istituzioni internazionali quali l’ONU. Occorre che le collettività locali di Israele e Palestina facciano passi avanti nel dialogo, coinvolgendo anche i giovani, nati nella stessa terra, dato che il 2022 sarà proclamato dall’UE come anno dei giovani”. 

Nella sessione successiva sono intervenuti rappresentanti delle autorità locali e regionali dei paesi mediterranei.

Dalla Giordania Hussain Mhaidat, Segretario Generale del Ministero delle amministrazioni locali, ha evidenziato il ruolo delle autorità locali nella gestione della pandemia, in particolare nell’assistenza alle fasce più povere della popolazione, e attualmente nella creazione di nuovi posti di lavoro per aiutare ad uscire fuori dalla crisi. Occorre lavorare sulla solidarietà, le risorse mondiali devono essere disponibili per tutti a tal fine, per potere avviare nuovi investimenti, ad esempio, nel settore agricolo e di stoccaggio delle risorse e della formazione dei giovani prevenendo l’emigrazione. Occorre avviare percorsi di cooperazione, nuove cooperazioni tra attori delle due sponde del Mediterraneo per pianificare il futuro nelle nostre popolazioni in maniera migliore.

Ha poi preso la parola Manal Awad, la seconda donna Governatrice nella storia del moderno Egitto, che riferendosi al governatorato di Damietta, ha centrato il proprio intervento sui cambiamenti climatici, con particolare riferimento alla zona turistica di Ras El Bar che si trova alla foce del Nilo, con rischi di esondazioni e alluvioni, che causerebbero potenziali danni per l’agricoltura anche nei territori circostanti. Ha poi spostato l’attenzione sul tema dell’emigrazione clandestina: nelle moschee si parla con i giovani che vorrebbero emigrare e con le madri, per illustrare loro i pericoli connessi ai percorsi dell’emigrazione clandestina.

La Sindaca della capitale del Marocco, Asmaa Rhlalou, eletta a settembre di quest’anno, nella celebrazione della giornata del Mediterraneo, ha felicitato il COPPEM per l’organizzazione di questa conferenza. Ha insistito sull’importanza della cooperazione euromediterranea in quest’epoca segnata da crisi storiche quali la crisi economica e sanitaria, le mutazioni climatiche e le migrazioni. Ha sottolineato la necessità di una maggiore solidarietà e sostenibilità, raggiungibili attraverso lo scambio di esperienze, il dibattito ed il confronto. Ha poi illustrato le riforme del Marocco verso la democrazia e la governance locale, per la coabitazione dei popoli e delle culture. La città di Rabat è sempre stata un membro attivo nel COPPEM, la Sindaca Rhalou ha confermato la ferma volontà della propria città di cooperare con le altre istituzioni membri del COPPEM per stabilire gemellaggi e accordi di partenariato, sia a livello bilaterale che multilaterale, nei vari settori comuni, affrontati nel corso della conferenza.

Dalla Francia Clare Hart, Vicepresidente di Montpellier Mediterranée Metropole ha ricordato gli obiettivi fissati 25 anni fa dalla conferenza di Barcellona. Le sfide che il Mediterraneo sta affrontando richiedono una risposta comune, in particolare 10 anni dopo l’inizio della “primavera araba”. Nello spirito di interdipendenza e partenariato le sfide del nostro Mediterraneo possono diventare opportunità. L’UE ha rinnovato quest’anno il proprio impegno a afforzare il partenariato strategico con il vicinato meridionale, Montpellier è felice di essere membro del COPPEM e conferma la propria intenzione a cooperare con i membri della rete per gli obiettivi comuni.

E’ poi intervenuto Abdallah Anati, Direttore esecutivo dell’Associazione delle Autorità Locali della Palestina (APLA), che ha evidenziato quanto il COVID nella propria terra abbia ulteriormente complicato la situazione esistente. Le conseguenze sociali ed economiche sono tuttora al centro dell’attenzione delle autorità locali. APLA ha sottolineato l’importanza di lavorare in partenariato anche con accademie ed ong. L’APLA afferma che occorre rafforzare i ruoli e prerogative delle autorità locale poiché gli enti locali svolgono un ruolo primario per supportare i cittadini in particolare in momenti di crisi. Chiede infine ulteriore collaborazione e contatti finalizzati allo scambio di esperienze, con rapporti basati sull’eguaglianza. Il partenariato nella gestione delle crisi è un tema molto sensibile. Con la Germania è stato costruito un modello pilota per la gestione delle crisi in Palestina. La Palestina affronta una crisi continua. L’APLA auspica di rafforzare il rapporto con tutti i membri del COPPEM.

Dalla Turchia Kenan Gürsoy, Direttore del Centro di ricerca applicata di Studi Occidentali dell’Università di Istanbul ed ex Ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, ha avviato una riflessione filosofica, culturale e sociale sull’esistenza umana. La crisi scatenata dalla Pandemia ha aperto gli occhi rispetto alla responsabilità etica di ognuno di noi verso noi stessi e verso gli altri. Occorre centrarsi verso i giovani, partendo dalla necessaria idea civilizzazione mediterranea, affinché il nostro Mediterraneo transiti dal passato verso il futuro, alimentando occasioni di scambi interculturali.

A chiusura della conferenza la Dott.ssa Pia Popal, coordinatrice dei progetti per le relazioni internazionali della Città di Monaco in Germania, ha sintetizzato gli aspetti salienti degli interventi che la hanno preceduta. Ha poi affermato la volontà della città tedesca di rafforzare il rapporto di cooperazione all’interno del network del COPPEM e di intensificare il dialogo su argomenti quali migrazione e sviluppo, nonché partenariati con attori dell’area euromediterranea in altri settori citati nell’importante conferenza di oggi.

La conferenza web, pubblicata di seguito, è stata concepita da tutti i partecipanti, non solo come evento celebrativo, ma anche come un’occasione per rafforzare i legami della Regione Siciliana, attraverso il COPPEM, con i rappresentanti delle Regioni, Città e reti internazionali dell’area Euro-mediterranea, con l’obiettivo ultimo di pianificare iniziative comuni per il 2022. La Direttrice delle relazioni internazionali del COPPEM, ha tenuto a ringraziare sia i partecipanti all’evento che i membri delle segreterie istituzionali della Regione Siciliana e dei numerosi paesi coinvolti, che dietro le quinte hanno cooperato contribuendo alla buona riuscita dell’evento.