Il leader ungherese pro-Cremlino Viktor Orbán ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea il 1° luglio, poche settimane dopo l’avanzata dei partiti nazionalisti e populisti nelle elezioni europee. I diplomatici ungheresi hanno promesso una presidenza “normale” nei prossimi sei mesi, mentre gli esperti notano che il ruolo comporta poteri limitati. Tuttavia, gli europei sono diffidenti nei confronti di questa presidenza perché, secondo Pascale Joannin, a capo del centro di ricerca dell’UE Fondation Robert Schuman, le posizioni di Orbán sono considerate iconoclaste dalla maggior parte dei suoi partner dell’UE, compresa la destra radicale.
Durante questo semestre, il governo di Budapest sarà responsabile della gestione dei dossier legislativi, affrontando le questioni in sospeso. Con il nuovo Parlamento europeo in fase di composizione e la Commissione europea in via di rinnovamento, l’Ungheria avrà il compito di guidare l’UE verso un nuovo ciclo. Viktor Orban, capo del governo, è una costante. È infatti la seconda volta nella storia dell’UE che l’Ungheria assume la presidenza di turno. Durante entrambi i mandati, nel 2011 e ora, Orban ha guidato il paese nel suo ruolo di presidente di turno.
Da allora, molto è cambiato. I rapporti tra l’Ungheria di Orban e il resto dell’Unione Europea si sono deteriorati, con attriti e tensioni che hanno portato il Parlamento europeo a chiedere di annullare il semestre ungherese. Questa richiesta evidenzia le relazioni sempre più complesse tra l’UE e l’Ungheria odierna. Tuttavia, nonostante queste frizioni, gli ungheresi sono pronti a svolgere il loro ruolo.
Tra le priorità più urgenti della presidenza ungherese ci sono la lotta all’immigrazione clandestina e la riforma del mercato europeo. Bálint Ódor, ambasciatore e rappresentante permanente dell’Ungheria presso l’Unione Europea, ha sottolineato che la cooperazione con i paesi vicini è fondamentale per prevenire l’arrivo di immigrati. La presidenza ungherese intende inoltre sostenere maggiormente le piccole e medie imprese durante le loro transizioni verdi e digitali.
Considerati i rapporti tesi tra Ungheria e Bruxelles, è probabile che i membri dell’UE terranno sotto stretta osservazione la presidenza di Orbán.
“Viktor Orban è isolato anche tra i partiti di estrema destra dell’UE”, ha detto Joannin. “Ad esempio, Giorgia Meloni e il suo gruppo Conservatori e Riformisti Europei (ECR) non sono d’accordo con Orban su Ucraina e immigrazione. L’Italia ha un elevato afflusso di migranti e vorrebbe che fossero distribuiti in tutta l’UE, cosa che Orban rifiuta”. Tuttavia, il leader ungherese ha buone ragioni per collaborare con i suoi partner nei prossimi mesi. La sua condotta probabilmente determinerà il destino di circa 19 miliardi di euro di fondi UE per Budapest che sono stati congelati per alcune questioni tra cui i diritti LGBTQ, il trattamento dei richiedenti asilo e la lotta alla corruzione negli appalti pubblici.
Su come il governo di Viktor Orbán agirà durante questi sei mesi, i funzionari ungheresi hanno cercato di rassicurare i loro partner, con l’ambasciatore dell’UE del paese, Balint Odor, che ha dichiarato: “Saremo mediatori onesti e seguiremo il principio di cooperazione tra stati membri e istituzioni”. Nonostante queste dichiarazioni, lo slogan “Make Europe Great Again” ha catturato l’attenzione generale, generando vari post satirici sui social media. La scelta dello slogan di Orbán per la presidenza del Consiglio dell’UE – “Rendiamo l’Europa di nuovo grande” – offre un primo indizio su ciò che ha in serbo per i prossimi sei mesi, un periodo che potrebbe coincidere con una possibile rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Adottare una versione modificata dello slogan “Make America Great Again” di Trump non è solo “di cattivo gusto”, ha scritto il parlamentare tedesco dell’UE Daniel Freund, ma “rivela anche la visione di Orbán per l’UE: verso un governo autocratico”.